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Belgio, il porto di Zeebrugge intasato di auto elettriche a causa dell'eccesso di offerta

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Di Euronews
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Nel porto, uno dei più grandi e importanti dell'Europa, sono scaricati ogni anno tre milioni di veicoli elettrici provenienti dalla Cina, ma l'eccesso di produzione e la scarsa domanda dei consumatori europei hanno bloccato le vendite

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In uno dei porti più grandi e importanti d'Europa, quello di Zeebrugge, in Belgio, file e file di veicoli elettrici invenduti prendono polvere nel parcheggio, alcuni fermi da anni. Convertito rapidamente in un vero e proprio hub per le auto elettriche, il porto ora rischia la saturazione a causa dell'eccesso di offerta cinese.

Dopo la pandemia da Covid-19, le navi da carico hanno scaricato nel porto di Zeebrugge fino a tre milioni di veicoli elettrici all'anno, poi trasferiti sui camion per essere venduti. Con un veicolo su quattro ormai elettrico, l'operatore portuale ha dovuto sottoporre il porto a una massiccia trasformazione per accogliere il prezioso carico.

Ciò include la costruzione di una dozzina di turbine eoliche sulla banchina, opzioni di ricarica delle batterie in loco, controllo della qualità e una caccia spietata al minimo difetto per consegnare ai clienti auto pronte all'uso.

Ma l'eccesso di produzione cinese e la debolezza della domanda dei consumatori europei hanno bloccato la diffusione della nuova tecnologia.

"Subito dopo la crisi di Covid, a partire dal 2022, abbiamo iniziato a vedere un aumento significativo dei volumi delle auto elettriche. Ma le auto totalmente elettriche provengono solo dalla Cina, perché lì hanno la tecnologia, hanno le materie prime e quindi, inevitabilmente, anche la maggior parte dei produttori europei produce le proprie auto elettriche in Cina", spiega François Simonart, direttore commerciale di Ico terminals SA.

Alla sovrapproduzione cinese si somma lo scarso successo dei veicoli elettrici in Europa, dove nel luglio 2024 le immatricolazioni sono state inferiori alla norma e marginali rispetto a quelle delle auto a gas: solo il 13,5 per cento, con un'erosione simile per tutti i marchi.

C'è anche lo zampino dell'Unione europea, perché se da un lato c'è un interesse per la guida ecologica, dall'altro Bruxelles vuole frenare l'importazione di veicoli elettrici prodotti in Cina imponendo unaserie di rigidi dazi.

Solo il tempo ci dirà quale strada gli europei decideranno di percorrere.

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