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Beslan 20 anni dopo, cosa si sa del più grande attacco terroristico avvenuto in Russia

Una donna davanti al muro con i ritratti delle vittime della scuola di Beslan a un anno dalla strage, 2 settembre 2005
Una donna davanti al muro con i ritratti delle vittime della scuola di Beslan a un anno dalla strage, 2 settembre 2005 Diritti d'autore AP
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Di euronews
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Questo articolo è stato pubblicato originariamente in russo

Più di mille persone sono state prese in ostaggio nell'attacco terroristico alla Scuola n. 1 di Beslan, in Ossezia del Nord. 334 le vittime, tra queste 186 bambini

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A Beslan, in Ossezia del Nord, sono iniziate le commemorazioni per ricordare le vittime del più sanguinoso attacco terroristico della Federazione Russa, avvenuto la mattina del primo settembre 2004 nella scuola n. 1 in occasione dell'inizio dell'anno scolastico.

Per due giorni e mezzo, i terroristi hanno tenuto in ostaggio nell'edificio più di mille persone, per lo più bambini, i loro genitori e il personale scolastico.

Attacco alla scuola di Beslan: cosa è successo

Nel terzo giorni di prigionia le esplosioni nella palestra della scuola e successivamente lo scoppio di un incendio hanno causato il crollo parziale dell'edificio. Dopo le prime esplosioni gli ostaggi hanno iniziato a fuggire dalla scuola e il Centro delle forze speciali del Servizio di sicurezza federale russi (TsSN FSB) ha lanciato un assalto. Durante lo scontro a fuoco, che ha visto anche l'uso di armi personali da parte dei civili, sono stati uccisi 27 terroristi (quattro, tra cui due donne kamikaze, sono morte prima dell'assalto tra il primo e il 3 settembre). L'unico terrorista rimasto vivo, Nurpasha Kulaev, è stato arrestato e successivamente condannato all'ergastolo.

Sebbene la maggior parte degli ostaggi sia stata rilasciata durante l'assalto, 314 sono morti, di questi 186 erano bambini. In totale, compresi i soccorritori, le vittime sono state 333 e almeno 783 hanno riportato ferite di vario grado.

Shamil Basayev ha rivendicato la responsabilità dell'organizzazione dell'attacco, pubblicando il 17 settembre 2004 una dichiarazione sul sito web separatista ceceno Kavkaz-Centre.

I parenti delle vittime, in particolare dei bambini morti, hanno accusato le autorità di non aver fatto il possibile per liberare gli ostaggi. In vent'anni sono tante le versioni contraddittorie su ciò che accadde in quei tragici giorni. In particolare, si sostiene che il leader separatista Aslan Maskhadov sarebbe stato pronto a recarsi a Beslan per negoziare con i militanti, ma temeva per la sua vita. I terroristi avrebbero insistito per un incontro con i presidenti di Inguscezia e Ossezia del Nord ma Mosca non avrebbe appoggiato l'idea dei negoziati. Allo stesso tempo, grazie all'ex capo dell'Inguscezia, Ruslan Aushev, i militanti hanno liberato 26 ostaggi tra neonati e le loro madri. Aushev stesso ha portato fuori dalla scuola Alena Tskaeva, all'epoca di sei mesi. La madre è invece rimasta nella palestra con la figlia maggiore, entrambe decedute.

Per due decenni in molti hanno indagato sulle cause della tragedia di Beslan tra versioni ufficiali e non. Tra queste il film di Yuri Dudya "Beslan. Ricorda", girato dal giornalista in occasione del 15esimo anniversario della tragedia.

Nel 2017 la Corte europea dei diritti dell'uomo ha riferito di aver riscontrato violazioni nella preparazione e nello svolgimento delle operazioni di liberazione, nonché in ciò che "riguarda l'uso delle armi contro gli ostaggi". Le denunce alla Cedu sono state presentate da 409 persone. La Corte ha stabilito che la Russia ha violato il diritto alla vita e a un rimedio efficace per le vittime dell'attacco terroristico e i loro parenti.

Il Presidente russo Vladimir Putin si è recato a Beslan il 20 agosto scorso, visitando per la prima volta il complesso commemorativo della Città degli Angeli dove sono sepolte le vittime dell'attacco terroristico. L'ultima volta di Putin a Beslan risale al 2008.

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