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Medio Oriente: "Né il Libano, né l'Iran vogliono una guerra aperta"

Sostenitori di Hezbollah in Libano
Sostenitori di Hezbollah in Libano Diritti d'autore Hussein Malla/Copyright 2024 The AP. All rights reserved.
Diritti d'autore Hussein Malla/Copyright 2024 The AP. All rights reserved.
Di Andrea Barolini
Pubblicato il Ultimo aggiornamento
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Secondo Matthew Levitt, dell'Istituto per la politica del Vicino Oriente di Washington, una risposta contro Israele ci sarà. Ma è impossibile sapere quale forma prenderà. Continuano gli attacchi reciproci tra Israele e Hezbollah al confine libanese. Shoigu a Teheran per incontrare il neo presidente

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L'assassinio del leader di Hamas Ismail Haniyeh nella capitale iraniana e del comandante di Hezbollah Fouad Shukur a Beirut, avvenuti la settimana scorsa, hanno fatto crescere esponenzialmente le tensioni in Medio Oriente.

Il mondo occidentale attende una rappresaglia dell'Iran e dei suoi affiliati contro Israele, che secondo Matthew Levitt, dell'Istituto per la politica del Vicino Oriente di Washington, è inevitabile. Tuttavia, non è ancora chiaro che forma prenderà: "Chiunque vi dica che sa esattamente come sarà la risposta sta mentendo. Ma ci sarà una risposta. Su questo non ci sono dubbi".

Hezbollah e il governo di Teheran temono ripercussioni interne

Secondo l'esperto, in ogni caso, per Hezbollah una guerra totale potrebbe peggiorare la situazione in Libano: per il gruppo "pesa la crisi economica, ancor più di quella politica. In questo momento nessuno a Beirut vuole una guerra vera e propria, che porterebbe un livello di distruzione tale da rendere la vita ancora peggiore di quella attuale. Hezbollah sa che, a differenza di quanto accaduto nel 2006, questa volta molti libanesi probabilmente riterrebbero il gruppo responsabile di aver avviato un conflitto che nessuno desiderava".

C'è però da comprendere quale sarà l'atteggiamento dell'Iran. Secondo Levitt, però, anche a Teheran "non vogliono che una guerra arrivi ai confini dell'Iran, non solo perché conoscono la forza militare di Israele e sanno che potrebbe contare su alleati come gli Stati Uniti, ma anche perché temono una crescita del dissenso interno, che potrebbe portare anche qualcuno ad ipotizzare un rovesciamento del regime".

Colpita una base aerea statunitense in Iraq

Nel frattempo, un attacco effettuato con alcuni razzi ha colpito lunedì la base aerea statunitense di al-Asad, in Iraq. Secondo quanto riferito dall'agenzia AP almeno cinque membri del personale sono rimasti feriti. Si tratta di un fatto che non fa che acuire ulteriormente le tensioni, anche se per ora nessun ha rivendicato la paternità dell'attacco.

Cinque combattenti di Hezbollah sono rimasti uccisi in un attacco israeliano nel sud del Libano martedì. Lo riferiscono fonti della Sicurezza libanese.

Hezbollah ha invece dichiarato apertamente di aver effettuato sparato uno "sciame di droni" nel nord di Israele, prendendo di mira una caserma militare a circa 20 km dal confine. Almeno cinque israeliani sono stati feriti, uno in modo grave, riporta il Times of Israel.

Si tratta tuttavia di una delle numerose azioni che si registrano da mesi tra le due nazioni: non dell'attesa rappresaglia dopo le morti di Haniyeh e Shokur.

Gli Stati Uniti confermano l'appoggio a Israele in caso di attacco

Nell'eventualità di un allargamento del conflitto, in ogni caso, gli Stati Uniti hanno senza sorpresa confermato il loro sostegno a Israele.

Il presidente Joe Biden e la sua vice, nonché candidata alla Casa Bianca alle elezioni del prossimo novembre, Kamala Harris, sono stati informati in merito alla situazione nel corso di un briefing lunedì. La riunione ha affrontato anche la possibilità di avviare nuovi sforzi diplomatici per tentare di ridurre le tensioni nella regione.

L'incontro tra Shoigu e Pezeshkian a Teheran

A Teheran, invece, è arrivato lunedì il segretario del Consiglio di sicurezza russo Sergei Shoigu per tenere una serie di colloqui su questioni bilaterali e internazionali. L'ex ministro della Difesa russo ha incontrato il segretario del Consiglio supremo di sicurezza nazionale, il capo di Stato maggiore delle forze armate e il neo presidente Masoud Pezeshkian.

Secondo quanto riportato dal sito web presidenziale iraniano, durante l'incontro Shoigu e Pezeshkian hanno concordato di accelerare l'amicizia tra i loro Paesi. Il leader iraniano ha detto che le relazioni con Mosca sono una priorità per l'Iran, che considera la Russia un Paese amico e un partner strategico. Il funzionario russo ha definito Teheran un alleato strategico della Russia nella regione e ha sottolineato la necessità di accelerare la costruzione del Corridoio Nord-Sud.

Il presidente ha anche parlato di Gaza, dichiarando che la morte dei civili nella Striscia di Gaza per mano dell'esercito israeliano e l'uccisione del leader di Hamas Haniyeh, imputata a Tel Aviv, sono "un'evidente violazione delle leggi internazionali".

"La Repubblica islamica dell'Iran non sta cercando di espandere la guerra e la tensione nella regione, ma questo regime (Israele) avrà sicuramente una risposta per i suoi crimini e la sua insolenza", ha ribadito Pezeshkian secondo il rapporto ufficiale.

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