Il ministro degli Esteri iraniano ha convocato gli ambasciatori presenti a Teheran per ribadire che la rappresaglia contro Israele per l'uccisione del leader di Hamas Ismail Haniyeh è inevitabile. Convocata per mercoledì una riunione dellOrganizzazione della cooperazione Islamica
Lunedì il ministero degli Esteri iraniano ha convocato gli ambasciatori e i capi delle missioni residenti a Teheran per un incontro con il ministro ad interim Ali Bagheri Kani, che ha ribadito il "dovere morale" dell'Iran di rispondere a Israele, accusato di aver ucciso il leader di Hamas Ismail Haniyeh nella capitale iraniana lo scorso 31 luglio.
L'Iran non vuole inasprire le tensioni regionali, ma ritiene di dover punire Israele "con potenza, fermezza e durezza" per evitare ulteriore instabilità, ha dichiarato lunedì il portavoce del ministero degli Esteri.
"L'Iran cerca di mantenere la stabilità nella regione, ma questo avverrà solo punendo l'aggressore e creando un deterrente contro l'avventurismo del regime sionista", ha dichiarato Nasser Kanaani, aggiungendo che l'azione di Teheran è inevitabile.
Kanaani ha invitato gli Stati Uniti a smettere di sostenere Israele, affermando che la comunità internazionale ha fallito nel suo dovere di salvaguardare la stabilità nella regione e dovrebbe sostenere la "punizione dell'aggressore". Secondo Teheran, infatti, le autorità iraniane hanno il "diritto di rispondere a Israele in base all'articolo 51 dello Statuto dell'Onu e al diritto internazionale".
L'Iran cerca il sostegno degli Stati arabi
Non è chiaro quando questa risposta arriverà. Secondo gli 007 statunitensi l'Iran avrebbe potuto attaccare il territorio israeliano già questo lunedì, ma la convocazione per mercoledì di una riunione di emergenza dell'Organizzazione della cooperazione Islamica proprio per discutere della rappresaglia iraniana fa pensare che i tempi saranno più lunghi.
L'Iran cercherà di fare pressione sugli Stati arabi affinché sostengano il suo diritto di intraprendere azioni di rappresaglia contro Israele. Molti leader del Golfo sembrano disposti a condannare Tel Aviv per le sue azioni, ma hanno anche chiesto a Teheran di mostrare moderazione.
L'allungamento dei tempi potrebbe favorire l'intervento della diplomazia internazionale, che continua inascoltata a spingere per una de-escalation.
Lunedì nella capitale iraniana è arrivato anche il segretario del Consiglio di sicurezza russo Sergei Shoigu, che ha avuto un colloquio con il presidente Masoud Pezeshkian, ma non c'è alcun segnale che indichi che la Russia stia esortando Teheran alla moderazione.
Intanto i leader israeliani hanno dichiarato di essere pronti a un attacco guidato dall'Iran. Lunedì il ministro della Difesa Yoav Gallant, che nella notte ha incontrato l'omologo statunitense Lloyd Austin, ha dichiarato che l'esercito israeliano è pronto a una "rapida transizione verso l'offensiva".