Ucraina, la guerra alle porte dell'Europa: l'incognita Putin apre al ritorno della leva

Un soldato finlandese partecipa a esercitazioni Nato in Polonia, il 17 giugno 2015. Nel 2023 la Finlandia è entrata nell'Alleanza Atlantica
Un soldato finlandese partecipa a esercitazioni Nato in Polonia, il 17 giugno 2015. Nel 2023 la Finlandia è entrata nell'Alleanza Atlantica Diritti d'autore Czarek Sokolowski/Copyright 2023 The AP. All rights reserved.
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Di Gabriele Barbati
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L'Europa e gli Stati Uniti hanno sostenuto finora l'Ucraina con armi e soldi. L'Unione ha accelerato sulla difesa comune, ma diversi Paesi si sono sollevati all'idea di mandare soldati per evitare una guerra con la Russia. Ma se fosse Putin ad attaccare, saremmo pronti? Ecco l'idea della leva

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La domanda serpeggia negli ambienti europei da tempo, e certamente nell'ultimo mese, dopo che il presidente francese Macron non ha escluso l'ipotesi di inviare soldati in Ucraina.

La premier italiana Giorgia Meloni e il cancelliere tedesco Olaf Scholz, tra gli altri, hanno respinto con decisione l'idea, per poi recuperare una comunione d'intenti nella decisione dell'Ue di costituire un Fondo di assistenza all'Ucraina e di avviare la prima Strategia europea per l'industria della difesa, volta a rilanciare la potenza militare continentale dopo anni di disinvestimenti. 

Kiev chiede altri armi, missili, proiettili e soldi all'Unione e agli Stati Uniti per resistere all'invasione della Russia. C'è chi con qualche ragione, come Papa Francesco, la chiama già la Terza Guerra Mondiale.

Ma se il presidente russo Putin desse davvero seguito alle minacce di un conflitto con la Nato e al netto del sostegno cruciale degli americani: i 27 membri dell'Unione europea avrebbero forze militari sufficienti?

Eserciti a confronto: Ue e Nato contro Russia

Nel 1989 il continente europeo contava su quasi 3,4 milioni di soldati, secondo i dati della Banca Mondiale. Complice la fine della Guerra fredda, gli effettivi sono scesi nel 2020 a meno di 2 milioni.

La Nato, che include anche le forze armate degli Stati Uniti, ha deciso di portare nel 2022 la sua Forza di reazione rapida a 300 mila soldati. Di questi, 100 mila sono già pronti in Polonia, secondo quanto dichiarto qualche giorno fa dal vice comandante delle forze armate polacche, Karol Dymanowski.

La Federazione Russa può contare ancora nel 2024, secondo Statista, su: 1,3 milioni di soldati, 2 milioni di riservisti e almeno 250mila paramilitari, per quanto sia i numeri totali sia le perdite subite in Ucraina potrebbero essere sottostimati.

In quali Paesi in Europa esiste  il servizio militare obbligatorio

Estonia, Lettonia e Lituania hanno la leva (per gli uomini): la prima non l'hai mai revocata mentre le altre due repubbliche baltiche l'hanno reintrodotta, essendo tra i bersagli più immediati di un'eventuale avanzata russa in Europa.

La Finlandia ha il servizio militare maschile di 6-12 mesi, la Norvegia richiede a 19 anni la visita militare per uomini e donne selezionandone circa 8-10mila ogni anno per il servizio. 

Pur senza confinare con la Federazione Russa, come i Paesi appena menzionati, la Svezia chiama di nuovo dal 2017 tutti i maggiorenni a un addestramento per arruolarne una parte in una riserva militare, mentre la Danimarca ha appena proposto di rendere il servizio militare obbligatorio anche per le donne

Meno immaginabile che si vada ancora sotto le armi in Austria, Grecia e in Svizzera, per quanto va tenuta presente la possibilità di esercitare l'obiezione di coscienza e svolgere un servizio alternativo.

Chi pensa nell'Ue a reintrodurre la leva per paura di Putin

In Repubblica Ceca è stato proposto di reintrodurre il servizio militare o altre forme di reclutamento. 

La Francia ha abolito la leva militare nel 1997, ma Macron qualche anno fa ha voluto istituire il Service Nacional Universel. Si tratta di una formazione di due settimane per adolescenti tra i 15 e i 17 anni, che poi possono optare per un vero addestramento.

Il resto dell'Ue non ha e non prevede per ora una forma di mobilitazione popolare. Detto questo, la spesa militare degli Stati dell'Europa centrale e occidentale, in seguito alla guerra in Ucraina, ha visto un'impennata del 13 per cento nel 2022 raggiungendo i 345 miliardi di dollari, secondo lo Stockholm Peace Research Institute (Sipri).

A investire di più sono stati: Finlandia (+36 per cento), Lituania (+27 per cento), Svezia (+12 per cento) e Polonia (+11 per cento).

L'Italia è pronta a una futura guerra tra Nato e Russia?

La Germania si è chiesta se è pronta, attraverso il suo ministro alla Difesa Pistorius, che di recente ha giudicato pochi i 184mila militari di professione nell'esercito. Si discute di un modello misto con arruolamenti volontari e obbligatori.

La domanda se l'è posta in Italia anche il capo di Stato maggiore della Difesa, Giuseppe Cavo Dragone, che in audizione in Parlamento martedì ha definito le nostre forze armate (160mila professionisti previsti tra uomini e donne) come "sottodimensionate" e che servirebbero 10mila soldati in più per stare "al limite della sopravvivenza".

L'ammiraglio Cavo Dragone ha detto che "sono cambiati i tempi e le minacce", basti guardare alla guerra sul fronte est della Nato, ai conflitti in corso in Medio Oriente e al potenziale disimpegno dall'Europa degli Stati Uniti, nel caso che a novembre Donald Trump tornasse alla Casa Bianca a prendere decisioni. 

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“Non si è mai parlato di leva obbligatoria", che è stata abolita nel 2005, ha detto mercoledì il ministro della Difesa, Guido Crosetto. "Dobbiamo ragionare sul numero di professionisti formati" ha concluso "non abbiamo bisogno di cittadini che fanno un anno di leva”.

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