La moschea Kanuni Sultan Süleyman ha aperto le sue porte a Liegi, in Belgio, il 24 febbraio scorso dopo dieci anni di lavori. È stata finanziata dai fedeli
Ci sono voluti dieci anni per costruirla ma alla fine Liegi ha la sua moschea, la più grande della Vallonia. Finanziata dai fedeli e dal centro culturale turco, la moschea Kanuni Sultan Süleyman non ha ricevuto alcun finanziamento locale o straniero.
Per realizzare il luogo di culto ci sono voluti 4,5 milioni di euro: centinaia le persone che hanno deciso di donare una somma di denaro per la costruzione.
Il luogo simbolico della moschea
Il vasto complesso di colore bianco di 1.300 m² comprende il luogo di culto dell'Islam di 450 m² che può accogliere fino a 600 fedeli insieme. Lo spazio dove è stata costruita la moschea è altamente simbolico per i fedeli:anni fa sorgeva una miniera di carbone dove hanno lavorato diverse generazioni di lavoratori turchi.
Nel 1964, un accordo bilaterale firmato tra Ankara e Bruxelles ha permesso a migliaia di lavoratori turchi, provenienti soprattutto dall'Anatolia centrale, di andare a lavorare in Belgio. Le famiglie li hanno raggiunti qualche anno più tardi grazie al ricongiungimento familiare.
"Il quartiere di Glain è diventato un'area popolare per le comunità turche e marocchine", spiega Mehmet Aydogdu, assessore alla Cultura di Liegi.
"La maggior parte dei fedeli sono turchi", afferma Ertugrul Yilmaz, imam della moschea Kanuni Sultan Süleyman. Il 35enne, nato e cresciuto in Belgio, ha frequentato l'università in Turchia per diventare imam prima di tornare in Vallonia.
Molto più di una moschea
L'edificio, progettato dagli architetti belgi Pierre Blondel e Nicolas Duvivier, include tradizione e modernità. In fase di progetto Pierre Blondel si è recato in Turchia per tre settimane, per "sentire l'atmosfera, ma anche per osservare i cambiamenti architettonici in atto nel mondo musulmano", ha spiegato l'assessore alla cultura.
Oltre alla moschea dedicata al culto, la struttura comprende anche un centro culturale aperto a tutti, con aule e sale conferenze.
"Ci piacerebbe accogliere tutti - dice l'imam - fare attività insieme, mostrare che viviamo insieme, che siamo anche belgi e parte di questa comunità".