A causa della brutalità di Hamas, non è facile identificare i corpi delle vittime israeliane del 7 ottobre. Nell'obitorio di Shura i parenti attendono da giorni
Le ore scorrono lente per Israel Nati, nella base militare di Shura, nel centro di Israele. Da giorni è in attesa di identificare il corpo del cugino, uno dei 1.400 uccisi da Hamas il 7 ottobre. Molti riconoscimenti finora si sono poi rivelati falsi allarmi, e per quante informazioni fornisca, non riescono a trovare il suo corpo.
"Un giorno ci hanno detto di averlo trovato grazie alla sua fede nuziale, ma alla fine non era lui. Abbiamo detto loro che aveva dei tatuaggi, ma non riescono a trovarlo! Non sappiamo nulla! Sono passati dieci giorni", afferma Nati.
Una scia d'orrore infinita
Non si tratta di un caso eccezionale. Le condizioni di molti dei cadaveri che arrivano a Shura rivelano l'orrore del peggior attacco terroristico della storia di Israele.
"Ogni volta che pensiamo di aver visto tutto, arriva un'altra cosa che ci scuote, un altro orrore. Abbiamo visto corpi smembrati, con piedi e braccia, e mani mancanti che sono state tagliate", racconta un medico militare in servizio.
Per chi ha riconosciuto i propri cari, seppellirli rappresenta una sfida. L'assedio totale di Gaza imposto dall'esercito israeliano non è bastato a fermare gli attacchi missilistici lanciati dalla Striscia. dove la situazione è drammatica e il numero delle vittime continua a crescere. Per ora il bilancio è di circa 3mila morti