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G20, c'è il consenso per la dichiarazione congiunta: condanna blanda all'invasione ucraina

I leader del G20
I leader del G20 Diritti d'autore Evan Vucci/Copyright 2018 The AP. All rights reserved.
Diritti d'autore Evan Vucci/Copyright 2018 The AP. All rights reserved.
Di Euronews
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I leader a Delhi per il vertice del G20 hanno raggiunto il consenso per la dichiarazione congiunta. Nel cdocumento una condanna non esplicita per le violenze russe in Ucraina e accordi sul clima non sufficienti secondo l'Onu. Presentato il corridoio economico tra India Medio Oriente ed Europa

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Non era attesa, almeno non entro fine giornata. Invece l'annuncio a sorpresa del Primo ministro indiano NarendraModi, nella sera di sabato, ha confermato che i leader del G20 hanno raggiunto il consenso per una dichiarazione congiunta.

Rispetto alla dichiarazione di Bali dell'anno scorso, il linguaggio usato nel documento di 34 pagine è meno netto, e non esprime una condanna diretta alla Russia per l'invasione ucraina.

"Un Pianeta, una famiglia, un futuro", lo slogan del vertice. E in questo spirito, nei paragrafi iniziali dedicati al conflitto in Ucraina, la dichairazione congiunta dei leader ha precisato che sulla questione esistono "punti di vista e valutazioni" diverse. 

La dichiarazione riprende le parole usate un'anno fa da Modi: "Quasta non deve essere un'epoca di guerra", e fa riferimento alle "sofferenze umane e gli impatti negativi collaterali della guerra in Ucraina per quanto riguarda la sicurezza alimentare ed energetica globale".

La dichiarazione di quest'anno invita inoltre gli Stati ad "astenersi dalla minaccia o dall'uso della forza per cercare di acquisire territori", aggiungendo che "l'uso o la minaccia di usare armi nucleari è inammissibile. Un monito che secondo gli esperti è rivolto alla Russia.

L'ingresso del continente Africano

Aprendo i lavori, Modi ha annunciato che l'Unione Africana ha ufficialmente un posto al G20 come membro permanente.

Concluso il suo discorso introduttivo, il primo ministro indiano ha invitato il presidente dell'Unione Africana Azali Assoumani, presidente delle Comore, a prendere posto abbracciandolo. Assoumani si è seduto fra gli altri leader mentre un addetto sistemava sul tavolo il cartellino dell'Ua e la bandiera verde dell'organizzazione internazionale. Un momento storico salutato dall'applauso dei leader.

"Con l'approvazione di tutti, propongo che l'Unione Africana prenda il suo posto come membro permanente del G20", ha detto Modi, prima dell'applauso che ha sancito l'ingresso dell'organizzazione continentale composta di 55 Stati, nata nel 2002.

"Onorato di accogliere l'Unione Africana come membro permanente della Famiglia del G20. Ciò rafforzerà il G20 e rafforzerà anche la voce del Sud del mondo". Lo scrive in un tweet il primo ministro indiano Narendra Modi.

Il corridoio dei due continenti

Il presidente statunitense Joe Biden, il primo ministro indiano Narendra Modi e la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen hanno presentato il progetto per la realizzazione di un corridoio economico per connettere India, Medio oriente ed Europa.

Il progetto prevede la realizzazione di ferrovie, porti e cavi per migliorare l'infrastruttura digitale. un progetto ferroviario e marittimo che collega l'India al Medio Oriente e all'Europa.

"È un progetto storico. Sarà il collegamento più diretto finora realizzato tra l'India, il Golfo Arabico e l'Europa. Con un collegamento ferroviario che renderà il commercio tra India ed Europa più veloce del 40%", ha commentato la presidente della Commissione europea.

Il corridoio contribuirà a incrementare il commercio, a trasportare le risorse energetiche e a migliorare la connettività digitale. "Collegherà l'India, l'Arabia Saudita, gli Emirati Arabi Uniti, la Giordania, Israele e l'Unione europea", ha dichiarato Jake Sullivan, consigliere di Biden per la sicurezza nazionale. Il progetto mira a fare da contraltare alla Belt and Road Initiative, il mastodontico programma di infrastrutture, noto anche comìn il nome di Nuova via della seta, lanciato nel 2013 dalla Cina, nota anche come Nuova Via della Seta.

Pianeta e clima

Fino all'inizio di questa settimana, le riunioni ministeriali del vertice del G20 non avevano raggiunto un consenso sulle questioni climatiche fondamentali. Ma ora c'è una dichiarazione con quello che i funzionari chiamano "consenso al 100 per cento".

Il "dare e avere" sull'agenda climatica è evidente nella dichiarazione.

Si legge che i Paesi del G20 "perseguiranno e incoraggeranno gli sforzi per triplicare la capacità di energia rinnovabile a livello globale attraverso gli obiettivi e le politiche esistenti".

In precedenza, i Paesi in via di sviluppo avevano opposto resistenza all'aumento degli obiettivi per le energie rinnovabili, insieme ad altre due proposte dei Paesi sviluppati: la graduale riduzione dei combustibili fossili e la riduzione delle emissioni di gas serra.

Ma ora, per quanto riguarda il picco delle emissioni di gas serra (il punto dopo il quale le emissioni dovranno diminuire), i Paesi in via di sviluppo sono riusciti a guadagnare tempo.

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La dichiarazione afferma: "I tempi per il raggiungimento del picco possono essere modellati in base allo sviluppo sostenibile, alle esigenze di eliminazione della povertà, all'equità e in linea con le diverse circostanze nazionali - con un chiaro riferimento agli interessi dei Paesi in via di sviluppo".

Mentre i due schieramenti potrebbero essersi venuti incontro per raggiungere un consenso, un'importante valutazione dell'Onu di venerdì ha dichiarato che i porgressi sull'azione globale per il clima non sono sufficienti.

Il G20 è responsabile di oltre il 75% delle emissioni mondiali di gas serra.

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