Il presidente serbo Alexander Vucic a colloquio con il suo omologo serbo-bosniaco Milorad Dodik commemora le vittime del conflitto del 1991-1995 e approva un piano di cooperazione per la stabilità della regione
Tra commemorazione e progetti di cooperazione Serbia e Repubblica a Srpska guardano a un futuro di stabilità.
La Serbia e la Republika Srpska, l'entità a maggioranza serba della Bosnia-Erzegovina, infatti intendono rafforzare ulteriormente i già solidi rapporti in tutti i campi, lavorando fianco a fianco per favorire la pace e la stabilità nella regione.
È quanto emerge dai colloqui tra i due presidenti - il serbo Aleksandar Vucic e il serbo-bosniaco Milorad Dodik - svoltisi a margine di una seduta congiunta dei rispettivi governi.
Politica e storia recente
L'incontro si è tenuto in Republika Srpska e ha voluto al tempo stesso commemorare le vittime serbe del conflitto armato fra Serbia e Croazia del 1991-1995, culminato con la cosiddetta operazione 'Tempesta' sferrata a inizio agosto 1995 dalle forzecroate contro i secessionisti serbi della Krajna che non accettavano l'indipendenza proclamata dalla Croazia nel 1991.
Il bilancio del conflitto fu di circa 2 mila serbi uccisi e oltre 200 mila serbi costretti a lasciare le loro terre e a rifugiarsi in Serbia. Una operazione denunciata da Belgrado come un crimine orrendo e una campagna di evidente pulizia etnica ai danni della popolazione serba, ma che Zagabria celebra al contrario come una operazione militare legittima a difesa della sovranità e indipendenza della Croazia.
L'inizio della fine nell'ex Jugoslavia
Un elemento questo che continua a segnare pesantemente i rapporti tra i due Paesi vicini ex jugoslavi. I due governi hanno firmato diversi accordi bilaterali in vari campi, mentre Vucic e Dodik hanno ribadito la ferma volontà di continuare a lavorare insieme per l'affermazione dei diritti del popolo serbo.
Vucic da parte sua ha sottolineato in particolare che Belgrado non riconosce le sanzioni imposte dagli Stati Uniti a Dodik e ad altri esponenti politici della Republia Srpska.
"Siamo contro il sistema delle sanzioni, che producono effetti sbagliati", ha detto il presidente serbo, che si rifiuta tra l'altro di aderire alle sanzioni occidentali contro la Russia perla guerra in Ucraina.