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Attacchi aerei sulla città ucraina di Dnipro e su quella russa di Taganrog: decine i feriti

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Image Diritti d'autore AP/Telegram Channel of Rostov-on-Don Region Governor Vasiliy Golubev
Diritti d'autore AP/Telegram Channel of Rostov-on-Don Region Governor Vasiliy Golubev
Di Michela Morsa
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Nel frattempo a San Pietroburgo l'Unione africana ha esortato con fermezza Putin a rientrare nell'accordo sul grano per garantire la sicurezza alimentare globale. Il presidente: "La guerra deve finire"

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Un attacco aereo russo ha danneggiato almeno due edifici a Dnipro, tra cui una sede del Servizio di sicurezza ucraino e un palazzo residenziale di 12 piani. Almeno 9 i feriti, ma le autorità locali affermano che si è evitata una strage dato che gli appartamenti ai piani superiori (quelli più danneggiati dall'attacco) non erano occupati in quanto appena completati. 

Un presunto attacco missilistico ucraino ha invece colpito la città russa di Taganrog, sulla costa del Mar d'Azov (a circa 170 km dalla linea del fronte). Mosca afferma che si trattava di un SAM (missile di difesa aerea) S-200, "convertito" per ruoli di attacco al suolo. È stato colpito dalla difesa aerea russa perdendo poi il controllo sulla città: almeno 16 i feriti. L'obiettivo dell'attacco sarebbe potuto essere una base militare a 10 chilometri di distanza dal punto in cui è caduto il missile. 

Oleksiy Danilov, del Consiglio di sicurezza nazionale ucraino, afferma che si è trattato di "azioni assolutamente sconsiderate degli operatori dei sistema di difesa aerea russi", alludendo al fatto che il missile sia stato abbattuto sopra la città.  

Nel frattempo, a San Pietroburgo, al vertice Russia-Africa, i leader dell'Unione Africana hanno esortato Putin a rientrare nell'accordo del grano e a garantire la sicurezza alimentare globale. In particolare, il presidente dell'Egitto Abdel Fattah al-Sisi ha "sollecitato con forza" la questione. Il presidente dell'Unione, Moussa Faki Mahamat, ha sottolineato che "la guerra deve finire". I leader africani si sono astenuti dal criticare direttamente il Cremlino, ma non hanno nascosto la loro profonda preoccupazione per la concreta minaccia alla sicurezza alimentare dei loro Paesi.

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