"L'Ucraina è a corto di munizioni e ne ha bisogno", ha spiegato il presidente americano.
"È stata una decisione molto difficile ma necessaria": è così che il presidente americano Joe Biden ha tentato di giustificare la sua decisione di inviare a Kiev le controverse munizioni a grappolo.
La scelta sarebbe legata al ritmo della controffensiva ucraina, che sta procedendo più lentamente del previsto. Lo ha detto il sottosegretario alla difesa Colin H. Kahl in un briefing. "Vogliamo assicurarci che gli ucraini dispongano di artiglieria sufficiente per portare avanti la loro controffensiva che sta procedendo un po' più lentamente di quanto alcuni sperassero", ha spiegato.
Una decisione criticata dagli alleati
Una scelta che fa storcere il naso a molti alleati occidentali, tra cui Parigi e Berlino, e indirettamente condannata anche dall'Onu. "Il Segretario generale (...) non vuole che ci sia un uso continuato di munizioni a grappolo sul campo di battaglia", ha dichiarato Farhan Haq, vice-portavoce del segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres.
Bombe a grappolo: delle munizioni controverse
Le bombe a grappolo sono vietate dalla convenzione di Oslo, un accordo internazionale che pero Stati Uniti, Ucraina e Russia non hanno firmato.
Le piccole sottomunizioni rilasciate dalle bombe a grappolo possono rimanere inesplose a lungo mettendo dunque in pericolo i civili e specialmente i bambini, anche anni dopo la fine di un conflitto.