La vittoria di Erdogan? Concorrenza sleale grazie ai media a favore

Elezioni presidenziali in Turchia
Elezioni presidenziali in Turchia Diritti d'autore Ali Unal/AP
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Di Isidoro PatalanoEuronews
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Stampa filogovernativa, frequenti cambi alla legge elettorale, mancanza di media affidabili e par condicio sarebbero alcune delle problematiche nella recente campagna elettorale turca che hanno portato a uno storico ballottaggio per Erdogan e Kilicdaroglu.

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Mentre la Turchia è alla vigilia di un ballottaggio storico, in molti sperano in un cambio di direzione del paese. Una speranza che potrebbe, però, avere un riscontro tutt'altro che semplice.

Migliaia di elettori turchi si sono recati alle urne domenica scorsa. Spoglio dopo spoglio si è andata delineando la netta spaccatura che porterà a uno scontro diretto tra i due principali politici. Il presidente Recep Tayyip Erdoğan non è stato in grado di assicurarsi una maggioranza per pochi decimi di punto percentuali. Con 49.5% si posiziona avanti di poco rispetto al suo avversario politico Kamal Kılıçdaroğlu che, invece, ottiene il 44.9% dei consensi.

"Questa è una enorme sconfitta per l'opposizione. Ed è per questo che forse alcuni di loro, alcuni dei membri dell'alleanza nazionale si staccheranno dall'alleanza", ha detto l'economista Arda Tunca.

Alcuni dei recenti sondaggi avevano pronosticato la vittoria di Kılıçdaroğlu con un leggero vantaggio sullo storico presidente in carica dal 2003. Per gli analisti politici aveva la forza di prendere in carica il paese dopo 20 anni di guida di Erdoğan.

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Sostenitori Kemal Kilicdaroglu dopo le elezioni presidenziali turcheAP/Copyright 2023 The AP. All rights reserved
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Sostenitori del Presidente President Recep Tayyip Erdogan ad AnkaraAli Unal/AP

Ma secondo degli opinionisti politici, la stampa turca è dominata da testate filo governative molto spesso poco affidabili e che non garantirebbero una par condicio ai partiti.

"Non ci sono media liberi, né una magistratura indipendente. Le risorse statali sono state utilizzate a favore del presidente", ha detto Ilke Toygür, professoressa di Geopolitica all'Università Carlos III di Madrid.

"Il sistema elettorale è cambiato frequentemente e se si tiene conto di ciò, si può capire perché i sondaggi non sono stati necessariamente così esatti nelle elezioni turche
Ilke Toygür
Professoressa di Geopolitica, Università Carlos III di Madrid

La visione internazionale

I leader occidentali hanno destato una certa preoccupazione per quella che sembrerebbe tutt'altro che un'elezione facile. Le implicazioni a livello internazionale potrebbero essere preoccupanti sia che vinca l'uno sia che vinca l'altro.

Allo stato attuale la Turchia non è parte dell'Unione europea. I negoziati di annessione sono stati di fatto congelati nel 2018 quando alcuni leader hanno definito preoccupante il "regresso del paese sullo stato di diritto e sui diritti fondamentali".

Dal canto suo, l'avversario Kılıçdaroğlu ha promesso di prendersi cura dei rapporti internazionali e di ristabilire le relazioni con i partner Nato, che sotto la guida di Erdoğan sono piombate ai minimi storici.

"Spiritualmente la Turchia non fa più parte dell'Alleanza
Arda Tunca
Economista

Analisti vedono la Turchia allontanarsi sempre più dal blocco occidentale guardando a Est. 

"Sebbene sia un membro della Nato, spiritualmente la Turchia non fa più parte dell'Alleanza", ha suggerito Tunca.

Euronews
Arda Tunca, economistaEuronews

"La Turchia è allineata con la Russia, con la Cina e con altri paesi dell'Est. Ma non riesco più a vedere la Turchia come parte del mondo occidentale".

La situazione in Turchia

Recentemente la Turchia è stata colpita da un'aspra crisi economica. Gli ultimi dati indicano l'inflazione sarebbe intorno al 44%. Dato preoccupante, anche se in calo rispetto a tassi di circa l'86% lo scorso novembre.

Inoltre, il presidente uscente è stato criticato duramente per la sua gestione del terremoto avvenuto recentemente nel paese. Erdoğan è stato accusato per la sua "risposta lenta" alle devastanti conseguenze dell'evento naturale che ha distrutto 11 province nel sudest del paese.

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