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Autobomba contro lo scrittore pro Cremlino, il sospetto confessa

L'autobomba dell'attentato contro lo scrittore pro-Cremlino, Zakhar Prilepin
L'autobomba dell'attentato contro lo scrittore pro-Cremlino, Zakhar Prilepin Diritti d'autore AP/Russian Investigative Committee
Diritti d'autore AP/Russian Investigative Committee
Di Euronews
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Il Comitato Investigativo russo ha dichiarato che il presunto autore dell'attentato allo scrittore pro Cremlino Prilepin ha ammesso di aver agito su mandato di Kiev

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Il presunto autore dell'attacco con un'autobomba, che ha ferito lo scrittore pro-Cremlino, Zakhar Prilepin, e ucciso il suo autista, ha ammesso di aver agito per conto dei servizi speciali ucraini. 

Lo afferma la massima agenzia investigativa russa.

Le accuse a Kiev

La Russia sostiene che l'attentatore ha agito per conto dell'Ucraina. 

L'esplosione, che ha investito l'auto di Zakhar Prilepin, noto scrittore nazionalista e fervente sostenitore della guerra della Russia in Ucraina, è stata la terza che ha coinvolto figure di spicco pro-Cremlino dall'inizio del conflitto.

L'attentato è avvenuto nella regione di Nizhny Novgorod, a circa 400 chilometri a est di Mosca.
Prilepin è stato ricoverato in ospedale e operato. Lo scrittore è uscito dal coma farmacologico, ma sulle sue condizioni non sono stati forniti ulteriori dettagli.

Il Comitato Investigativo russo ha dichiarato che il presunto autore dell'attentato è di origine ucraina e che, durante l'interrogatorio, ha ammesso di aver agito su mandato di Kiev.

"Stati Uniti sempre dietro le quinte"

Oltre all'Ucraina, il ministero degli Esteri russo ha a sua volta incolpato gli Stati Uniti.

"La responsabilità di questo e di altri atti terroristici non è solo delle autorità ucraine, ma anche dei loro partner occidentali, in primo luogo gli Stati Uniti, che dal colpo di Stato del febbraio 2014 hanno faticosamente alimentato il progetto neonazista anti-russo in Ucraina", ha detto il ministero, riferendosi alla rivolta del 2014 a Kiev che ha costretto il presidente filorusso a fuggire.

L'agenzia di stampa russa RBC ha riferito, citando fonti senza nome, che Prilepin stava tornando a Mosca dalle regioni ucraine parzialmente occupate di Donetsk e Luhansk e si è fermato nella regione di Nižnij Novogorod per un pasto.

Prilepin è diventato un sostenitore di Vladimir Putin nel 2014, dopo l'annessione russa della penisola di Crimea. Coinvolto al fianco dei separatisti sostenuti dalla Russia, l'anno scorso lo scrittore è stato sanzionato dall'Unione europea per il suo sostegno all'invasione su larga scala dell'Ucraina da parte della Russia.

Nel 2020 ha fondato un partito politico, "Per la verità", che secondo i media russi era sostenuto dal Cremlino. L'anno successivo il partito di Prilepin si è fuso con il partito nazionalista "Una Russia giusta", che ha seggi in parlamento.

Co-presidente del nuovo partito, Prilepin ha ottenuto un seggio alla Duma di Stato, la camera bassa del Parlamento russo, alle elezioni del 2021, ma ci ha rinunciato.

Kiev: "Colpa della macchina della repressione russa"

I funzionari ucraini non hanno commentato direttamente le accuse. Tuttavia, in un tweet pubblicato sabato, il consigliere del presidente Zelensky, Mykhailo Podolyak, ha dirottato l'attenzione sulla macchina della repressione russa che "per prolungare l'agonia del clan di Putin e mantenere l'illusorio 'controllo totale' aumenta il ritmo e raggiunge tutti", compresi i sostenitori della guerra in Ucraina.

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