Ultimo giorno di tregua (parzialmente rispettata) in Sudan: e dopo la mezzanotte che accadrà?

In fuga dal Sudan.
In fuga dal Sudan. Diritti d'autore LPhot Mark Johnson/UK MOD © Crown copyright 2023
Diritti d'autore LPhot Mark Johnson/UK MOD © Crown copyright 2023
Di Euronews - Ansa - AP Agenzie:  ANSA - AP
Condividi questo articoloCommenti
Condividi questo articoloClose Button
Copia e incolla il codice embed del video qui sotto:Copy to clipboardCopied

L'inviato dell'Onu in Sudan, Volker Perthes: "Nessuna delle due parti ha mostrato disponibilità a negoziare seriamente, e questo suggerisce che entrambe pensano che sia possibile ottenere una vittoria militare sull'altra". Continua l'evacuazione degli stranieri

PUBBLICITÀ

L'inviato speciale dell'Onu in Sudan, il tedesco Volker Perthes, ha spiegato che il cessate il fuoco "tiene parzialmente".
"Tuttavia, nessuna delle due parti ha mostrato disponibilità a negoziare seriamente, e questo suggerisce che entrambe pensano che sia possibile ottenere una vittoria militare sull'altra. Questo è un errore di calcolo".

Per il momento, perciò, nessuna conferma di un incontro tra i due grandi "nemici": il generale Abdel Fattah Burhan, leader de facto del Sudan, alla guida delle forze armate sudanesi, e il generale Mohammed Hamdan Dagalo, a capo del gruppo paramilitare "Rapid Support Forces".

Sullo sfondo, la presenza ingombrante e minacciosa del gruppo di mercenari russi Wagner.

In Sudan, nonostante la tregua di 72 ore (che termina questo giovedì 27 aprile a mezzanotte: che accadrà dopo?) dichiarata dalle due parti in conflitto, l'esercito sudanese e il gruppo paramilitare "Rapid Support Forces", continuano sporadici combattimenti. 

Una donna è morta nella sua casa bombardata, a Omdurman, vicino alla capitale Khartoum.

E Il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale americana, John Kirby, ha confermato la morte di un altro americano in Sudan. Si tratta del secondo cittadino Usa morto dall'inizio delle violenze nel Paese africano.

Lo scenario attuale nella capitale Khartoum è fatto di strade deserte e negozi chiusi. Nei pochi locali aperti, la popolazione si precipita a procurarsi i beni di prima necessità e fa la fila ai distributori di benzina per comprare il carburante.

Screenshot
In coda per il pane. (Khartoum, 26.4.2023)Screenshot

Rischio crisi umanitaria

Interviene Filippo Grandi, alto commissiario Onu per i rifugiati: 
"Se la violenza in Sudan non si ferma, il rischio di una grave crisi di rifugiati è molto alto. Migliaia sono già in movimento in cerca di sicurezza". 

Grandi ha poi lanciato un "appello a tutti i Paesi confinanti con il Sudan affinché mantengano aperti i propri confini aperti alle persone in cerca di sicurezza e protezione".

Diversi Paesi stanno continuando le operazioni di evacuazione dei propri connazionali dal Sudan.

Hussein Malla/Copyright 2023 The AP. All rights reserved.
Cittadini libanesi all'arrivo a Beirut, di ritorno dal Sudan. (25.4.2023)Hussein Malla/Copyright 2023 The AP. All rights reserved.

La Germania ha completato l'evacuazione, mentre un gruppo di cittadini sudanesi è arrivato a Londra.
Ci sono ancora più di 4.000 britannici in Sudan, la metà dei quali ha chiesto di andarsene; gli altri preferiscono restare.

L'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) è preoccupata per la situazione umanitaria, non solo per le conseguenze del conflitto, ma anche per l'occupazione di un laboratorio biologico a Khartoum da parte di un gruppo armato del "Rapid Support Forces", che comporta un rischio per la salute pubblica

Dichiara Tedros Adhanom Ghebreyesus, Direttore generale dell'Oms: 
"Oltre al numero di morti e feriti causati dal conflitto stesso, l'Oms prevede che ci saranno molti più decessi a causa di epidemie, mancanza di cibo e acqua e interruzioni dei servizi sanitari essenziali, compresa l'immunizzazione".

Screenshot
"Prevediamo molti decessi in Sudan", dichiara il Direttore generale dell'OMS.Screenshot

Ospedali al collasso

Secondo l'Onu, il conflitto scoppiato in Sudan lo scorso 15 aprile ha provocato la morte di almeno 512 persone e il ferimento di oltre 4mila.

In Sudan, gli ospedali sono sopraffatti dall'enorme afflusso di feriti, migliaia di persone sono in fuga alla ricerca di un luogo sicuro e i bisogni medici e umanitari sono enormi. 
È quanto riportano i team di Medici Senza Frontiere (Msf) che stanno continuando a lavorare senzasosta nel Paese.

All'ospedale di El Fasher, unica struttura sanitaria ancora attiva nella città, Msf ha assistito finora 404 feriti, riferisce la stessa organizzazione umanitaria in una nota.

Cosa accade in Sudan?

Tutto si riduce a una lotta per il potere tra due potenti generali e i loro eserciti: il generale Abdel Fattah Burhan, che guida le forze armate sudanesi, e il generale Mohammed Hamdan Dagalo, a capo di un gruppo paramilitare Rapid Support Forces.

Quattro anni fa, una rivolta popolare in Sudan ha contribuito a deporre il dittatore Omar al-Bashir. Ma nel 2021, i due generali - Burhan e Dagalo - hanno orchestrato congiuntamente un colpo di stato che ha fatto deragliare gli sforzi per sviluppare un governo civile. Entrambi i generali hanno una storia di violazioni dei diritti umani e le loro forze hanno represso gli attivisti a favore della democrazia.

PUBBLICITÀ

Sotto la pressione internazionale, Burhan e Dagalo hanno recentemente concordato un accordo quadro con partiti politici e gruppi pro-democrazia. Ma la firma è stata ripetutamente ritardata quando sono aumentate le tensioni sull'integrazione delle "Rapid Support Forces" nelle forze armate e sulla futura catena di comando.

Le tensioni sono esplose in violenza lo scorso 15 aprile.

Condividi questo articoloCommenti

Notizie correlate

Occupato un laboratorio di virus: rischio biologico in Sudan. E la tregua regge

Sudan, un anno di guerra: donatori a Parigi, Germania promette milioni di aiuti

Pam, "Il Sudan rischia la più grande crisi di fame al mondo": in pericolo 25 milioni di persone