Bombardamento notturno su una zona residenziale di Mykolaiv, città ucraina sul Mar Nero: almeno una vittima e 23 feriti. Tra Russia e Ucraina, nuovo scambio di prigionieri, ma di trattative di pace non parla più nessuno. L'ultima speranza rimane Xi Jinping
È salito a 23 feriti, incluso un bambino, il bilancio dell'attacco missilistico russo della notte scorsa sulla città di Mykolaiv, nell'Ucraina meridionale, vicino al Mar Nero.
Lo ha reso noto il Comando Operativo Sud, come riporta Ukrinform.
L'esercito di Kiev ha, inoltre, confermato che nell'attacco è rimasta uccisa anche una persona.
"La scorsa notte il nemico ha attaccato Mykolaiv con missili di tipo Kalibr dal Mar Nero.
Sono stati lanciati quattro missili. Trattandosi di armi di alta precisione che si basano su coordinate, si tratta di un evidente atto terroristico contro i civili", si legge nel rapporto, condiviso anche dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky sul suo canale Telegram.
Nell'attacco è stata distrutta una casa, un'altra è stata danneggiata e un condominio e un edificio storico hanno subito gravi danni.
È cominciato così un altro giorno di guerra, il 428°.
Scambio di prigionieri
40 soldati russi e 44 militari ucraini sono tornati a casa, mercoledì, in uno scambio di prigionieri concordato da Mosca e Kiev.
Il filmato diffuso dal capo di Stato Maggiore ucraino, Andriy Yermak, mostra il gruppo di soldati ucraini in un luogo non identificato in Ucraina, con in mano bandiere giallo-blu e gridando slogan.
Secondo Yermak, nel gruppo ci sono diversi soldati che l'anno scorso hanno preso parte alla difesa della fabbrica Azovstal a Mariupol, e altri che hanno combattuto nell'est e nel sud dell'Ucraina.
Come parte di questo scambio di prigionieri, è stato liberato anche un gruppo di soldati russi, finora detenuti dagli ucraini.
In questo caso il filmato è stato diffuso dal ministero della Difesa russo e mostra i 40 militari su un autobus, mentre tornano a casa.
Xi Jinping ultima speranza?
Nonostante questi frequenti scambi di prigionieri, di trattative di pace non si parla più, tra Mosca e Kiev.
L'ultima speranza, a questo punto, rimane l'intervento diplomatico del presidente cinese Xi Jinping, alleato di Vladimir Putin, ma ago della bilancia della guerra, specialmente dopo la telefonata "significativa" con Zelensky, durata un'ora.