L'ex capo di Stato peruviano è accusato di corruzione e riciclaggio di denaro per avere intascato una maxi tangente dalla società di costruzioni brasiliana Odebrecht in cambio di appalti pubblici. Rischia fino a 20 anni di carcere
Prima udienza presso il Tribunale superiore nazionale per Alejandro Toledo, presidente del Perù dal 2001 al 2006, estradato dagli Stati Uniti per affrontare le accuse di riciclaggio e corruzione durante il suo mandato.
Arrivato a Lima nella serata di domenica, l'ex presidente 77enne ha dovuto fornire al giudice i suoi dati personali per essere identificato. È stato poi trasferito in elicottero nel carcere di Barbadillo, nei pressi di Lima, dove tra l'altro sono detenuti i colleghi ex capi di Stato Pedro Castillo (2021-22), al carcere preventivo per il tentato golpe dello scorso dicembre, e Alberto Fujimori (1990-2000), condannato per crimini contro l'umanità.
Toledo dovrà rimanere in carcere in attesa del processo, che si terrà tra 18 mesi. L'ex presidente peruviano è accusato di aver intascato una maxi tangente di 31 milioni di dollari nell'ambito dello scandalo Odebrecht, così detto dal nome della società di costruzioni brasiliana che operava in Perù e che avrebbe ottenuto un trattamento di favore nella gara per un appalto importantissimo, quello dell'autostrada Interoceanica meridionale che avrebbe dovuto collegare Brasile e Perù, proprio grazie alle tangenti versate a Toledo.
Secondo i suoi avvocati Toledo è malato di cancro e di "numerose altre malattie". Per questo l'imputato aveva richiesto gli arresti domiciliari, misura a cui era sottoposto in California dopo l'arresto per corruzione nel 2019, ma se li è visti rifiutare.
L'accusa chiede una condanna a 20 anni e sei mesi di carcere per Toledo, che ha ammesso che Odebrecht ha pagato almeno 34 milioni di dollari e che lui ha ricevuto parte di questa somma. Ma secondo i media peruviani, l'ex presidente si dichiarasi dichiara innocente esostiene che le transazioni siano state gestite da un uomo d'affari, Josef Maiman, ora deceduto.