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Riforma della giustizia. Gli Israeliani non ci stanno

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Di Alberto De Filippis
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Da dieci giorni il paese èè bloccato contro la riforma dellla giustizia dell'esecutivo ultraconservatore di Bibi Netanyahu

"Giornata di resistenza contro la dittatura". È questa la frase dei manifestanti alla mobilitazione di massa in atto questo giovedì in Israele contro la riforma giudiziaria promossa dal governo di Benjamin Netanyahu.

A Tel Aviv i manifestanti bloccano la strada che conduce all'area partenze dell'aeroporto Ben Gurion in vista di un viaggio ufficiale di Netanyahu in Italia e dove funzionari israeliani dovrebbero accogliere il segretario alla Difesa Usa per colloqui.

Così un manifestante: “Siamo tutti qui per protestare contro quello che sta succedendo con la riforma e per la democrazia. Pensiamo che (la riforma giudiziaria) danneggerà la democrazia, danneggerà Israele, danneggerà l'economia e vogliamo che finisca".

Le manifestazioni non sono sempre pacifiche

Un altro dice: “ Israele è sul punto di diventare un paese autocratico. L'attuale governo sta cercando di distruggere la nostra democrazia, e di fatto distrugge il Paese".

La mobilitazione è iniziata dieci settimane fa ed è diventata un massiccio movimento di protesta che si è diffuso in ampi settori della società israeliana, compreso l'esercito.

Sabato scorso, 250.000 persone hanno protestato in tutto Israele, 160.000 solo a Tel Aviv, gridando "democrazia" e "niente dittatura".

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