Turchia-Siria, l'incubo del terremoto non lascia tregua. Danni e morti per un potente nuova scossa

Soccorsi ad Hatay, Turchia, lunedì 20 febbraio 2023
Soccorsi ad Hatay, Turchia, lunedì 20 febbraio 2023 Diritti d'autore Ugur Yildirim/DIA
Di Debora Gandini
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Le due scosse di magnitudo 6.4 e 5.8 hanno colpito a distanza di pochi minuti l'una dall'altra la provincia di Hatay, una delle più martoriate dal terremoto che il 6 febbraio ha causato la morte di oltre 46 mila persone, bilancio non ancora definitivo

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Ancora paura e disperazione nella provincia di Hatay nella Turchia meridionale dove un altro terremoto di magnitudo 6.4 ha colpito di nuovo la regione devastata due settimane fa.

Il bilancio provvisorio del sisma parla di una decina di morti, (sei in Turchia e cinque in Siria), e di oltre 200 feriti, oltre al crollo di altri edifici precedentemente danneggiati. Diciotto dei feriti sono in condizioni gravi, ha fatto sapere il ministro della Sanità turco Fahrettin Koca mentre proseguono le ricerche per tentare di salvare persone rimaste intrappolate sotto le macerie.

Le autorità turche hanno registrato più di 6.000 scosse di assestamento dal sei febbraio ma quest'ultima è stata la più forte finora. 

Le scosse sono state avvertite anche nella vicina Siria, in mano ai ribelli. I servizi di ricerca e salvataggio e la difesa civile siriana, l'organizzazione umanitaria di protezione, hanno fatto sapere che sono parecchi i palazzi e le case danneggiate in diverse città. Una situazione di ulteriore emergenza in un paese che sta facendo i conti con la guerra e i morti del precedente sisma.

L'epicentro del nuovo sisma.

L'epicentro della scossa più forte, di 6.4, si è verificato tra Samandag, una località costiera nei pressi del confine con la Siria, e Defne, cittadina poco distante nell'entroterra, sempre nelle vicinanze del confine. Il terremoto è stato avvertito non solo nelle vicine province siriane, ma anche a Cipro, in Libano, Iraq, Palestina, Israele fino all'Egitto.

Le due scosse sono state registrate poco dopo le 18 ora locale di questo lunedì. Subito sono scattate le evacuazioni, anche dagli ospedali, in tutte le zone colpite.

L'incubo del terremoto non dà tregua. Le due scosse di magnitudo 6.4 e 5.8 hanno colpito a distanza di pochi minuti l'una dall'altra la provincia di Hatay, una delle più martoriate dal terremoto che il 6 febbraio ha causato la morte di oltre 46 mila persone, bilancio non ancora definitivo.

La promessa di Erdogan

Il terremoto che ha colpito Hatay è arrivato poche ore dopo la visita del presidente turco Recep Tayyip Erdogan che nel pomeriggio si era recato nella zona e aveva annunciato che in marzo inizierà la ricostruzione "da zero" di tutte le città turche distrutte dal sisma.

"Vogliamo spostare il centro delle città che si trovano in pianura verso le zone di montagna", aveva detto Erdogan citando l'obiettivo di ridurre i rischi associati ai disastri naturali. Il progetto per le nuove città prevede edifici non più alti di tre o quattro piani, ha detto il presidente turco che in mattinata aveva incontrato il Segretario di Stato americano Antony Blinken, arrivato in Turchia per portare la solidarietà di Washington e promettendo che gli Stati Uniti continueranno ad assistere Ankara per risollevarsi dalla tragedia del terremoto. 

A partire dal giorno del sisma, "il numero delle persone salvate dopo essere rimaste sepolte sotto le macerie è arrivato a 114.834", aveva detto oggi Erdogan aggiungendo che è stata data assistenza a oltre 1 milione e 600 mila persone costrette a lasciare le proprie case dopo il terremoto.

Risorse addizionali per questo articolo • ANSA

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