Sono continuati per tutta la seconda notte i soccorsi nel sud della Turchia e nel nord della Siria, dopo i terremoti di lunedì, ma sono stati ostacolati dalle temperature gelide e dalle strade danneggiate
Sono continuati per tutta la seconda notte i soccorsi nel sud della Turchia e nel nord della Siria, dopo i terremoti di lunedì, ma sono stati ostacolati dalle temperature gelide e dalle strade danneggiate.
Il bilancio delle vittime continua a salire: ora siamo a circa 8.000.
Sta prendendo piede un grande sforzo di aiuti internazionali, ma far entrare le attrezzature per sollevare lastre di cemento si sta rivelando difficile, a causa delle strade bloccate da macerie e veicoli.
Il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan ha dichiarato uno stato di emergenza di tre mesi in dieci province colpite dal terremoto: la decisione dovrebbe facilitare la gestione della risposta all'emergenza.
Sebbene gli aiuti stiano lentamente arrivando alla Turchia, la logistica e la diplomazia per aiutare la Siria, in particolare le aree vulnerabili nel nord-ovest, sono molto più complicate.
12 anni di guerra civile e sanzioni internazionali contro il regime di Assad stanno creando ostacoli.
E siriani si sentono abbandonati.