Serbia, la protesta di nazionalisti e filo-russi: sale la tensione

Una bandiera srotolata alla manifestazione
Una bandiera srotolata alla manifestazione   -  Diritti d'autore  Darko Vojinovic/Copyright 2023 The AP. All rights reserved
Di Euronews

Fermato un uomo con un fucile in auto. Il gruppo di manifestanti chiede le dimissioni del presidente Vucic dopo la proposta di sanzioni contro Putin. Contestata l'indipendenza del Kosovo

Tensioni e proteste a Belgrado, dopo che il presidente serbo Aleksandar Vucic ha lasciato intendere che le sanzioni contro la Russia potrebbero essere inevitabili. Gruppi ultra-nazionalisti si sono riuniti in strada: chiedono le dimissioni del capo di Stato e la fine di quello che hanno definito "il governo traditore", tornano a invocare l'annessione del Kosovo.

Alcuni indossano un passamontagna e minacciano persino di assassinare il presidente, e si è già verificato un tentativo di assalto al suo ufficio, subito bloccato dalla polizia. Fermato un uomo con un fucile di precisione e munizioni in auto.

Tra gli organizzatori del sit-it, si fa notare Damnjan Knezevic, esponente di estrema destra: la sua Pattuglia popolare rifiuta l’indipendenza del Kosovo, dichiarata nel 2008, sostiene l'invasione dell'Ucraina e i legami con i combattenti mercenari del gruppo Wagner. Anzi, chiede pubblicamente aiuto alla Russia per affrontare le questoni nel paese.

Per i manifestanti, l'unica opzione è la reintegrazione del Kosovo nel sistema serbo. Ma, per Vucic, la situazione resta sotto controllo: le autorità non permetteranno agli estremisti, con qualsiasi aiuto dall'esterno, dall'Occidente o dall'Oriente, di minacciare l'ordine costituzionale. 

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