Nel suo rapporto annuale sulla libertà di stampa, RSF spiega che il numero di giornalisti incarcerati nel mondo ha raggiunto un nuovo record: 533, circa 40 in più rispetto al 2021
La vita e il lavoro dei giornalisti sono sempre più in pericolo. Lo dice Reporter senza frontiere, nel suo rapporto annuale sulla libertà di stampa. Il numero di giornalisti incarcerati nel mondo ha raggiunto un nuovo record: 533, circa 40 in più rispetto al 2021. Otto giornalisti sono morti quest'anno nel contesto della guerra in Ucraina.
Il pericolo in cifre
Nel 2022, 65 giornalisti sono stati trattenuti in ostaggio, 49 sono scomparsi e 57 hanno perso la vita. Un terzo del numero complessivo delle vittime si trovava in Siria e in Iraq, che dominano la classifica dei Paesi più pericolosi per la professione, con un totale di 578 morti in vent'anni.
La Cina è invece il Paese con il più grande numero di giornalisti incarcerati al mondo. Attualmente, sono 110.
La Russia resta il Paese europeo con il maggior numero di giornalisti uccisi negli ultimi vent'anni, 25 esattamente, denuncia Reporter senza frontiere, ricordando l'emblematico omicidio di Anna Politkovskaja il 7 ottobre 2006.
Gli uomini rappresentano più del 95% dei decessi. Dal 2012, 52 giornaliste sono state uccise, in relazione alle loro inchieste sui diritti delle donne.
Negli ultimi due decenni, gli anni più "neri" risalgono al 2012 e al 2013, con "rispettivamente 144 e 142 omicidi di giornalisti, in particolare a causa del conflitto in Siria", sottolinea l'organizzazione di difesa della libertà di stampa. Questi picchi mortali sono stati seguiti "da una tregua progressiva, poi da cifre storicamente basse a partire dal 2019".
Numerose vittime in "zone di pace"
Oltre il 60% dei giornalisti uccisi sono morti in Paesi considerati in pace. Undici nel Messico - quasi il 20% del numero complessivo di giornalisti uccisi in tutto il mondo.
A livello mondiale, se la copertura dei conflitti armati spiega molti decessi, negli ultimi vent'anni ci sono stati "più giornalisti uccisi in 'zone di pace' che in 'zone di guerra' a causa delle loro indagini sul crimine organizzato e la corruzione". Quasi la metà dei giornalisti uccisi nel 2022 si concentra nel continente americano (Messico, Brasile, Colombia, Honduras...), che risulta così il continente "più pericoloso per i media", secondo RSF.