Reporter senza frontiere: uccisi 45 giornalisti nel 2023, dato più basso in 21 anni

attacco in Medio Oriente, giornalisti sul campo
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Di Greta Ruffino
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Registrato il dato più basso dal 2002 tra i giornalisti morti mentre svolgevano il loro lavoro. A incidere sul calo sono soprattutto l'aumento della sicurezza e il contenuto numero di scontri in Iraq e Siria. Preoccupano il Messico e la guerra tra Israele e Hamas

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Il rapporto annuale redatto da Reporter senza frontiere(Rsf) mostra che il numero di giornalisti uccisi in servizio è salito a 45 al primo dicembre 2023: si tratta del dato più basso dal 2002, nonostante la complessa situazione in Medio Oriente.

Gaza, giornalisti uccisi in servizio

A Gaza, dall'inizio della guerra tra Israele e Hamas, almeno 13 giornalisti sono stati uccisi nel corso del loro lavoro e un totale di 56 se si includono i giornalisti uccisi senza un evidente collegamento con il loro lavoro. Nel mondo 521 operatori dei media sono in carcere per motivi arbitrari legati alla loro professione (-8,4% rispetto al 2022).

"A Gaza i giornalisti stanno pagando un prezzo pesante tra i civili. Notiamo che il numero di reporter uccisi nel corso del loro lavoro è molto alto: almeno 13 per un minuscolo territorio. Abbiamo presentato una denuncia alla Corte penale internazionale (Cpi) per stabilire i fatti e come i giornalisti siano stati consapevolmente presi di mira. A livello globale sembra che il numero di giornalisti uccisi durante o a causa del loro lavoro sia diminuito drasticamente per un lungo periodo. I motivi? Le misure di sicurezza nelle redazioni, la formazione e la dotazione di dispositivi di protezione, la prudenza, gli effetti della lotta all'impunità e l'azione delle organizzazioni intergovernative. Anche il lavoro delle Ong sta indubbiamente avendo un effetto", ha dichiarato Christophe Deloire, segretario generale di Rsf.

In calo il numero di giornalisti morti in servizio

Nel 2023 45 giornalisti sono stati uccisi nel corso del loro lavoro, 16 meno dell'anno precedente (61). Si tratta della cifra più bassa registrata dal 2002 (33). 

Nel 2012 e nel 2013 più di 140 giornalisti hanno perso la vita soprattutto a causa delle guerre in Siria e in Iraq

Secondo Rsf, la graduale diminuzione del numero di persone uccise in servizio negli ultimi cinque anni può essere spiegato in parte dall'aumento delle misure disicurezza dei giornalisti e con la fine dei picchi di mortalità in Iraq e Siria dove quasi 600 operatori sono stati uccisi tra il 2003 e il 2022. In tempi di pace è il rafforzamento della protezione del lavoro giornalistico, in particolare attraverso la legislazione, nonché i meccanismi di lotta all'impunità.

America Latina meno ''mortale''

Sebbene il numero di giornalisti uccisi in America Latina sia diminuito in modo significativo, da 26 nel 2022 a 6 nel 2023, i giornalisti continuano a non lavorare in sicurezza, come dimostrano i recenti rapimenti e attacchi armati in Messico. Il numero record di incidenti violenti nel 2022 in America Latina sta spingendo i giornalisti all'autocensura, con una conseguente assenza di informazione nella regione, dove la criminalità organizzata e la corruzione sono gli argomenti per cui si rischia la vita. 

Le zone di conflitto

Quest'anno 23 giornalisti sono stati uccisi nel corso del loro lavoro in zone di conflitto. La maggior parte - 17 - sono stati uccisi nel conflitto tra Israele e Hamas (13 a Gaza). Se si includono i giornalisti uccisi in circostanze che non sono state provate in relazione alle loro mansioni il numero sale a 63 giornalisti (56 a Gaza). Per la prima volta in cinque anni sono stati uccisi più giornalisti in zone di conflitto che in zone di pace.

I giornalisti arrestati in tutto il mondo

I professionisti dei media inizieranno il 2024 dietro le sbarre sono 521, nel 2022 erano 569. Anche quest'anno, **la Cina rimane la più grande prigione al mondo per i giornalisti:**121 professionisti dei media sono rinchiusi nelle carceri cinesi (di cui 12 a Hong Kong e 42 nello Xinjiang), pari a quasi un quarto (23%) dei giornalisti detenuti nel mondo.

La Bielorussia di Alexander Lukashenko, con le sue politiche sempre più repressive, spicca tra i regimi: nelle sue carceri sono detenuti 39 giornalisti. La Bielorussia è anche il Paese con il più alto numero di donne giornaliste detenute, 10 dopo la Cina  che ne ha imprigionate 14.

La diminuzione del numero di giornalisti detenuti (50 in meno al 1° dicembre) può essere spiegata in parte dalle minori detenzioni in Iran (-24) e Turchia (-23). In Iran e Turchia, una delle tecniche utilizzate per reprimere i giornalisti è la detenzione ripetuta. Nel 2023 43 giornalisti turchi e 58 giornalisti iraniani sono finiti in prigione.

Giornalisti in ostaggio e scomparsi

I giornalisti tenuti in ostaggio in tutto il mondo sono 54. Dei sette rapiti quest'anno, due sono ancora prigionieri: i reporter maliani Saleck Ag jiddou e Moustapha Koné, presi in ostaggio il 7 novembre nel Nord del Mali, solo pochi mesi dopo il rilascio del giornalista francese Olivier Dubois nello stesso territorio. Gli altri giornalisti ancora in ostaggio sono concentrati in Siria (38), Iraq (9), Yemen (4) e Messico (1). 

Per quanto riguarda i giornalisti scomparsi (84), quasi un reporter su tre è messicano. Il Messico rimane il Paese con il maggior numero di giornalisti scomparsi al mondo, 31 su un totale di 84. Tutte le sparizioni sono avvenute prima del 2023, ad eccezione di quella di Juan Carlos Hinojosa Viveros, avvenuta il 6 luglio scorso. Inoltre l'America Latina conta più della metà dei giornalisti scomparsi nel mondo.

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