Bomba incendiaria contro il Seminario Khomeini in Iran

Iran, seminario Khomeini
Iran, seminario Khomeini Diritti d'autore in fiamme
Diritti d'autore in fiamme
Di Paolo Alberto Valentiansa
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Le proteste contro il regime islamico infuriano da 3 mesi. 458 persone sono state uccise nella repressione delle proteste, secondo un ultimo rapporto di Iran Human Rights (IHR) e almeno 14.000 sono in prigione

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Un uomo innesca un ordigno incendiario all'ingresso del seminario Khomeini a Bushehr, Iran. Le proteste contro il regime islamico infuriano da 3 mesi. 458 persone sono state uccise nella repressione delle manifestazioni di piazza, secondo un ultimo rapporto di Iran Human Rights (IHR) e almeno 14.000 sono state arrestate, secondo l'ONU. La macchina della repressione degli ayatollah viaggia a pieno regime, nelle manifestazioni le donne vengono colpite agli organi genitali.

Giustizia sommaria che non risparmia nessuno

Mohsen Shekari, un 23enne condannato per aver ferito un paramilitare, è stato giustiziato giovedì. L'ex calciatore Amir Nasr-Azadani, di 26 anni, è stato condannato a morte per essersi unito alle proteste. Il capo del tribunale di Isfahan, Asadollah Jafari, ha dichiarato che l'ex calciatore delle squadre Sepahan e Tractor è "uno dei 9 imputati nel caso in cui tre agenti di sicurezza sono stati martirizzati durante i disordini del 25 novembre". Amir Nasr Azadani, arrestato il 27 novembre, è accusato di "tradimento" per essere un membro di un "gruppo armato e organizzato che opera con l'intenzione di colpire la Repubblica islamica dell'Iran". 

Maha Amini simbolo della rivolta

La 22enne morta nelle mani della polizia in settembre resta l'icona di una rivolta che a Roma sabato ha visto in piazza centinaia di persone che sono andate fino alle porte dell'ambasciata dell'Iran in Italia. Intanto altri due iraniani condannati a morte per il loro coinvolgimento nel movimento di protesta rischiano l'esecuzione imminente. Amnesty International afferma che l'Iran si sta "preparando a giustiziare" Mahan Sadrat, 22 anni, dopo un processo rapido e "ingiusto" in cui il giovane è stato ritenuto colpevole di aver estratto un coltello durante le proteste, accuse che ha negato in tribunale.

Amnesty e IHR hanno inoltre menzionato il caso di Hamid Gharehasanlou, un medico nel braccio della morte, che secondo loro è stato torturato durante la detenzione e la cui moglie è stata costretta a testimoniare contro di lui. Per il direttore di IHR, Mahmood Amiry-Moghaddam, la risposta internazionale deve essere “più forte che mai” per impedire ulteriori esecuzioni. Diversi paesi occidentali, oltre all'Unione Europea e all'Onu, hanno condannato l'esecuzione di Mohsen Shekari. Il Canada e la Gran Bretagna hanno imposto sanzioni alle figure iraniane dopo la sua impiccagione.

Il triste primato dell'Iran

Gli attivisti per i diritti umani e le Ong hanno chiedono la rottura delle relazioni diplomatiche con l'Iran. Secondo Amnesty International, l'Iran esegue più condanne a morte di qualsiasi altro paese con esclusione della Cina. Più di 500 persone sono state giustiziate lì nel 2022, secondo IHR.

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