Judo, perché la medaglia di bronzo di Gabriele Sechi vale come un oro

Gabriele Sechi in combattimento
Gabriele Sechi in combattimento Diritti d'autore Gabriele Sechi in combattimento
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Di Cecilia Cacciotto
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Una storia di talento quella di Gabriele che a 17 anni, grazie alla sua tenacia e dedizione, ha conquistato il bronzo ai campionati europei cadetti che si sono svolti in Slovenia. Una storia che ci parla anche delle difficoltà degli europei delle regioni (non solo geograficamente) marginali

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La medaglia di bronzo di Gabriele Sechi ai campionati europei cadetti di judo, tenuti in Slovenia alla fine di ottobre, vale come un oro.

La storia di questo 17enne che sale sul podio d'Europa dello sport per cui sacrifica le serate con gli amici, e non solo  (si alza all'alba per allenarsi e studia fino a tarda sera), merita di essere raccontata.  Fosse solo perché Gabriele arriva dai margini dell'Europa. 

Gabriele infatti è sardo, di Nuoro, alla sua città e alla sua isola ha dedicato la vittoria.  

La Sardegna ti regala cieli spazzati di vento che rinfrescano pensieri, schiariscono le idee e fanno brillare gli occhi di sogni, ma il resto te lo devi conquistare. E se vivi a Nuoro ancora di più. La cittadina che ha dato i natali a Grazia Deledda resta infatti un'isola nell'isola, lontana dal mondo. Da quel_continente_da raggiungere con una continuità territoriale che funziona a scartamento ridotto. 

"Disputare gli incontri a livello nazionale, confrontarsi con altre realtà, non solo regionali, è complesso e costoso", ci dice Gabriele. 

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I vincitori del campionato europeo cadetto, Sechi è il primo a destraFrame

La nostra chiacchierata telefonica inizia però con la domanda di rito, come ci si sente a salire sul podio di una gara europea (European cadet cup 2022)?

"Sono molto contento, anche  perché incontravo un avversario che in una competizione precedente mi aveva battuto. Forse anche per questo ero molto teso prima dell'incontro ma  insieme al mio allenatore, Nanni Sale, ho preparato tatticamente il combattimento nei minimi dettagli". 

Si è preso una bella rivincita, insomma. 

Un'azione della finalina in Slovenia
Un'azione della finalina in SloveniaUn'azione della finalina in Slovenia

E pensare che il judo non sembrava il suo sport, da piccolo aveva quasi deciso di lasciar perdere per dedicarsi al calcio, "avevo  iniziato con il judo ma poi decisi di dedicarmi al pallone per poi cambiare ancora idea l'anno successivo. Forse i miei preferivano vedermi sgambettare dietro un pallone, mio padre in modo particolare, ma mi hanno comunque incoraggiato quando sono voluto tornare sul tatami".

Il sostegno dei genitori è stato importante ma la sua determinazione è stata fondamentale. Quando fa qualcosa, Gabriele ci mette tutto se stesso. Le cose fatte male o a metà non gli appartengono.

Come a scuola, fa il quarto anno di liceo scientifico e la pagella è di quelle da primi della classe. 

Nella vita non si può avere tutto e io ho fatto una scelta che difendo con rigore e dedizione. I risultati che ottengono mi ripagano
Gabriele Sechi

"Certo i sacrifici sono tanti, conciliare, sport, scuola e tempo libero è una bella impresa. Amici, serate, sabato sera, tutte queste cose  le vedo un po' con il binocolo. Mi alleno tutti i giorni,  anche due volte al giorno, dal lunedì al sabato. La mia vita si divide tra scuola, palestra e casa".

"Se ho paura di rimpiangere questi anni che devono essere soprattutto di spensieratezza? Nella vita non si può avere tutto e io ho fatto una scelta che difendo con rigore e dedizione. I risultati che ottengo mi ripagano di tutto".

La palestra sportiva è, anche per Gabriele, una palestra di vita e fuori dal tatami porta la disciplina, l'ordine, il rispetto. Ha un occhio di riguardo per chi parte svantaggiato, mangia solo cose sane (si concede di tanto in tanto un cioccolato o un gelato artigianale) e per il momento non sa cosa farà da grande. Ha ancora due anni per scegliere la strada del futuro.

Il blu nuragico del cielo sardo influisce sul nostro umore, siamo un popolo riservato, qualcuno dice triste, ma guardiamo sempre avanti perché guardiamo il nostro cielo

Lasciare l'isola

-Andrai via dalla Sardegna? 

Domanda difficile, cui al momento non sa rispondere. A Nuoro ci sono gli affetti e il blu del suo cielo nuragico è impagabile. "Influisce sul nostro umore, siamo un popolo riservato; qualcuno dice addiritura triste. Una cosa è certa guardiamo sempre avanti perché guardiamo il cielo. Ritornando alla domanda, non so se lascerò la mia isola,  ma  vorrei che ci fosse un occhio di riguardo da parte delle istituzioni per la mia realtà. Non so ancora cosa farò da grande, per il momento voglio ancora vincere sul tatami".

Ma se potesse fare un appello alla presidente della Commissione europea, Ursula Von der Leyen, le chiederebbe "un sostegno economico forte per l'isola, perché anche gli spostamenti per gli incontri sono un problema e ci limitano".

Non è solo una questione di soldi, ma quanti ne servono

 Basti pensare che  la partecipazione di Gabriele alla gara di Koper, in Slovenia, è costata al Progetto farfalla, l'associazione con cui si allena, circa 7000 euro.

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"Settemila euro rappresentano una cifra considerevole, se poi la moltiplichiamo per il numero di atleti che partecipano alla gara...immaginate quali sono i costi che dobbiamo sostenere", commenta Nanni Sale, presidente dell'associazione. Ex judoka, Sale ha immaginato e creato l'associazione una decina di anni fa, da qualche anno raccoglie risultati che proiettano i suoi atleti su tatami nazionali e internazionali.

"Il bronzo di Gabriele è il raggiungimento di un punto di equilibrio che però è messo a dura prova anche dalle semplici trasferte, dai costi di queste ultime".

I conti sono presto fatti, dall'isola bisogna raggiungere la terraferama, il traghetto per la tratta Olbia -Civitavecchia costa intorno ai 1000 euro,  si devono poi aggiungere i costi di autostrada e carburante per arrivare a destinazione (senza dimenticare  vitto e alloggio).

 "Partiamo svantaggiati, ma la storia di Gabriele testimonia che il talento va oltre gli handicap infrastrutturali",  commenta il sindaco di Nuoro, Andrea Soddu, che raccoglie  l'appello rivolto a Bruxelles del suo giovane concittadino.

"I soldi europei  sono destinati alle spese in conto capitale, (investimenti per il futuro insomma) ma non finanziano le spese correnti - conclude Soddu - L'isola però resta una realtà molto particolare e in tutta Europa i cittadini delle isole dovrebbero avere la possibilità di muoversi grazie a collegamenti a prezzi calmierati". 

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E forse un intervento di Bruxelles  in questo senso potrebbe fare la differenza proprio per rafforzare l'Europa. Anche l'Europa dello sport.

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