Le aziende del Qatar vogliono sfruttare l'onda lunga del Mondiale di calcio

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Si stima che a novembre arriveranno in Qatar 1,5 milioni di tifosi desiderosi di scoprire quello che il Paese ha da offrire. Un'opportunità da non perdere per le aziende locali.

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Il Qatar ha una delle economie in più rapida crescita del Golfo e molte delle sue imprese più innovative hanno sede nel Business District. E con una stima di 1,5 milioni di tifosi di calcio in arrivo nel Paese per la Coppa del Mondo, ci sono molte aziende che desiderano mostrare ai visitatori stranieri ciò che il Qatar ha da offrire.

Un'esperienza gastronomica per tutta la famiglia

Quante volte ci siamo trovati a cercare un posto dove mangiare nell'area ristorazione di un centro commerciale? A Doha c'è un'applicazione per questo. La Tornado Tower di West Bay ospita una Food Hall virtuale dove è possibile scegliere tra diversi menu e pagare con un'unica transazione. Si chiama AND Experience e non è un normale punto di ristoro: si tratta di dieci ristoranti in uno. Ali Nasser Al-Saadi è il suo creatore.

"Una food hall ibrida virtuale è fondamentalmente un luogo in cui gestiamo diversi marchi sotto lo stesso tetto, dove un cliente può entrare e ordinare da diverse cucine con la stessa transazione", spiega Al-Saadi. Pensate a una food court: la mamma vuole la pizza, il papà un'insalata e i bambini la pasta. La differenza è che tutti i marchi di AND Experience sono di proprietà di Ali Nasser Al-Saadi.

L'avventura è iniziata nel 2015 con la produzione di mini pancake nella zona di The Pearl, un quartiere residenziale per famiglie costruito su isole artificiali, a nord di Doha. Al-Saadi ha raccontato che c'è voluto circa un mese perché la voce si diffondesse, ma quando è successo, non è passato molto tempo prima che producesse 2.000 mini pancake ogni 10 minuti.

"Era qualcosa di molto nuovo a Doha - ricorda Al-Saadi -. Avere un concetto qatariota, soprattutto per quanto riguarda la gestione dell'attività e la presenza sul posto. Quindi, giravo i pancake e facevo il cassiere e tutto il resto. E la cosa si è evoluta".

Il successo lo ha portato ad aprire l'AND café. Poi è arrivata la pandemia. Vincolato ad un contratto d'affitto di cinque anni, Al-Saadi aveva bisogno di un piano. È allora che gli venne l'idea di trasformare la caffetteria in una cucina centrale. AND Café si è letteralmente trasformato in A New Dining Experience, o "AND Experience".

"Offriamo la colazione. Poi pasta, ali di pollo, sandwich  - dice Al-Saadi -. Diamo spazio anche a ristoratori che propongono piatti dell'Africa occidentale. Aiutiamo a sviluppare i marchi che accogliamo sotto il nostro tetto, offrendo loro una sede, una cucina, uno chef e gli strumenti giusti per espandere la loro attività". Nella maggior parte delle cucine, uno chef deve padroneggiare un solo menu. Qui, invece, il team deve preparare dieci menu diversi, dalle insalate agli hamburger, dalla cucina italiana a quella senegalese.

I food blogger mettono alla prova AND Experience

Dionne Lobo e Ian Marks sono marito e moglie. Hanno aperto il loro food blog cinque anni fa. La coppia  visita regolarmente i nuovi ristoranti di Doha e li mette alla prova. "Quando siamo arrivati a Doha, i social media non erano una cosa così importante - dice Dionne -. Con il passare del tempo, invece, si sono diffusi e in tutto il mondo la gente reagisce di più ai food blogger, perché sono più personali e ci si può relazionare con loro, piuttosto che con un critico".

Abbiamo quindi invitato Dionne e Ian a provare l'AND Experience. Il loro verdetto: "Non si può sbagliare con il pollo al burro - dice Ian -. Il pollo al burro era fantastico".

"Le patate erano buone", dice Dionne. "Molto diverse, non le solite patate". "Erano molto dolci", aggiunge Ian. "Era perfetto. Avete visto la mia bocca che sbavava?". Al-Saadi ritiene che il suo successo faccia parte di una tendenza più ampia. "Penso che la gente abbia iniziato a staccarsi dai franchising e dalle catene internazionali per avere la possibilità di imparare da altre persone e creare cose simili in modo migliore", dice Al-Saadi.

Al-Saadi spera di abbandonare completamente l'uso dei contanti all'inizio del nuovo anno e sta anche sviluppando un'applicazione che consenta di effettuare l'ordine, ottenere un numero di tavolo e farsi consegnare il cibo non appena si arriva. Non male per un'attività nata come mini chiosco di frittelle, solo pochi anni fa.

Un impero commerciale vegano

Come si costruisce un impero commerciale vegano? In Qatar c'è un uomo che lo sa meglio di altri: Ghanim al Sulaiti. Il giovane fondatore della Enbat Holdings ha creato sette aziende vegane di successo, dai ristoranti alla cura della pelle.

"Non provengo da un ambiente imprenditoriale - dice al Sulaiti -. Ho dovuto imparare tutto dall'inizio. Ho dovuto immergermi nel processo. Quindi l'inizio è stato molto emozionante. Volevamo creare uno spazio che potesse ispirare le persone, che potesse rivoluzionare il modo di mangiare in Qatar, perché sentivamo che la gente in Qatar non era consapevole delle nostre abitudini alimentari e di come il cibo influisca sulla nostra salute". 

"Sei anni dopo non è più una piccola impresa - continua al Sulaiti -. Stiamo parlando di 13 locali e due spa pienamenti operativi. Per noi lavorano 250 persone. Dico sempre alla gente che Doha sta diventando la città più vegana del mondo. La paragono a New York, Los Angeles, Londra e Parigi, che ha 13 ristoranti vegani in tutta la città".

Ghanim ritiene che il veganismo sia più di una semplice dieta. "Il veganismo è una sorta di stile di vita ed è per questo che lo definisco un movimento. Non si limita al cibo. Va oltre. Include le fattorie, il modo in cui trattiamo gli animali, il modo in cui ci vestiamo ogni giorno. Quindi penso che essere vegani significhi essere la migliore versione di se stessi in questo momento, data l'attuale situazione globale. L'idea era quella di creare un'evasione per le persone che lavorano nel centro commerciale, circondate da piante e verde".

Una delle sedi di Ghanim è Evergreen Organics, nel centro commerciale Gate. Si tratta di un negozio integrato in un ristorante. "L'idea è stata quella di creare un'evasione per le persone che camminano nel centro commerciale, circondate da piante e verde - spiega Ghanim -. Evergreen è un'esperienza gastronomica che dura tutto il giorno. Colazione, pranzo e cena. Abbiamo circa 70 voci nel menu. Ma allo stesso tempo abbiamo un bellissimo supermercato. L'idea è quella di incoraggiare le persone ad acquistare prodotti locali, perché abbiamo molti prodotti locali e collaboriamo con aziende e fattorie del posto per fornire cibo di qualità".

Nel centro commerciale Gate c'è anche Mylk, una gelateria e cioccolateria vegana. "Abbiamo cercato di progettare il locale in modo che riflettesse la bellezza del design scandinavo, ma semplice allo stesso tempo - dice Ghanim -. Vogliamo che le persone godano di uno spazio diverso per quanto riguarda il veganismo, ma senza che sembri un locale vegano. Questo è l'obiettivo alla base del concept".

Cavalcare l'onda lunga della Coppa del Mondo

Si stima che a novembre, durante il Mondiale, arriveranno in Qatar 1,5 milioni di tifosi desiderosi di scoprire quello che il Paese ha da offrire. Un'opportunità da non perdere per le aziende locali. Nel 2015 il Comitato Supremo per la Consegna e l'Eredità, responsabile dell'organizzazione di Qatar 2022, ha lanciato un appello alle imprese affinché sviluppassero progetti in vista del Mondiale di calcio. L'iniziativa si chiamava Challenge 22.

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"Volevamo ispirare le aziende ad associare i loro prodotti e i loro servizi al Mondiale di calcio per dare una spinta alle attività - dice  Ahsan Mansoor, membro del Comitato Supremo -. Speriamo che le persone continuino a guardare ai grandi eventi come fonte di ispirazione per l'innovazione".

Pietre da pavimentazione solari

Alla fine sono state proclamate vincitrici dodici imprese regionali, tra cui SunPave . Fondata dall'ingegnere Mohammad al Gammal, l'idea è piuttosto insolita: pannelli solari su cui si può camminare. "La particolarità dei nostri prodotti è che consentono la libertà di installare i pannelli solari senza interferire con l'utilizzo dello spazio - spiega l'ingegnere -. Quindi non è necessario installare cornici e collocare i normali pannelli su di esse, rovinando il paesaggio e l'architettura dei luoghi. Invece basta usarli come pietre per la pavimentazione, in modo che lo spazio sia ancora utilizzabile".

Lo stadio Al Thumama Stadium, uno degli impianti che saranno usati per il Mondiale, è dotato di questi pannelli solari. "Per il periodo della Coppa del Mondo - dice Mohammad -. la direzione dello stadio ha deciso che una parte di questa energia sarà destinata ad alimentare un'area di ricarica elettronica dove le persone potranno sedersi per rilassarsi un po' e magari ricaricare i propri dispositivi".

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