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La Bce lascia i tassi d’interesse invariati, la crescita economica dell’Eurozona resta solida

La Banca Centrale Europea si trova nei pressi del fiume Meno, a Francoforte, in Germania. 9 dic. 2025.
La sede della Banca centrale europea sorge vicino al fiume Meno, a Francoforte (Germania). 9 dic 2025. Diritti d'autore  AP/Michael Probst
Diritti d'autore AP/Michael Probst
Di Eleanor Butler
Pubblicato il Ultimo aggiornamento
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L'Eurozona resiste ai dazi Usa oltre le attese e la crescita rimane solida. L'inflazione resta attorno all’obiettivo del due per cento della Banca centrale europea

Giovedì la Banca centrale europea (Bce) ha lasciato invariato al due per cento il tasso sui depositi, per la quarta riunione consecutiva. I tassi sulle operazioni di rifinanziamento principali e sulla facilità di credito marginale resteranno rispettivamente al 2,15 per cento e al 2,40 per cento.

Il tasso delle operazioni di rifinanziamento principali è quello che le banche pagano quando prendono a prestito denaro dalla Bce per una settimana, mentre la facilità di credito marginale è il tasso che le banche pagano quando prendono a prestito dalla Bce overnight. La facilità di deposito è il tasso d’interesse che le banche ricevono quando depositano denaro presso la banca centrale overnight.

Crescita nell'Eurozona stimata all'1,2 per cento nel 2026

I recenti dati sulla crescita dell’area euro sono stati più robusti del previsto, spingendo la Bce a rialzare nuovamente le sue previsioni, dopo l’aggiornamento di settembre. La banca centrale ha dichiarato giovedì che prevede il Pil dell’area all’1,4 per cento nel 2025, in aumento rispetto alla precedente stima dell’1,2 per cento.

La crescita è prevista all’1,2 per cento nel 2026, all’1,4 per cento nel 2027 e dovrebbe restare all’1,4 per cento nel 2028. Quest’anno la Bce è diventata via via più ottimista, poiché i dazi statunitensi si sono rivelati meno dannosi per l’economia del previsto.

Pur continuando a frenare le esportazioni, la crescita dell’area euro nel terzo trimestre è stata rivista al rialzo allo 0,3 per cento questo mese, superando le attese.

Nonostante l’industria manifatturiera resti un punto dolente per la regione, con particolarmente dire indicatori in Germania, il mercato del lavoro dell’area euro rimane solido, così come la spesa interna. L’interesse per l’innovazione nell’intelligenza artificiale ha sostenuto gli investimenti quest’anno, e gli indicatori di fiducia segnalano una tenuta continua.

Guardando al 2026, la spesa prevista del governo tedesco per difesa e infrastrutture, resa possibile dall’allentamento del freno al debito, dovrebbe fornire ulteriore stimolo all’economia.

"Siamo abbastanza vicini al potenziale, ma c’è molto da fare in termini di miglioramento della produttività nell’area euro", ha detto a inizio dicembre la presidente della Bce Christine Lagarde durante un evento del Financial Times Global Boardroom.

L'inflazione rimane contenuta verso l'obiettivo del 2 per cento della Bce

Prima della pubblicazione dei dati della Bce di giovedì, gli analisti avevano ipotizzato un possibile rialzo dei tassi nel 2026. Queste previsioni sono state alimentate dalle dichiarazioni della membro del Comitato esecutivo Isabel Schnabel, che a inizio dicembre ha suggerito che i rischi inflazionistici sono ormai superiori alla possibilità di un rallentamento economico.

Schnabel ha osservato che l’inflazione dei servizi e la crescita dei salari sono state più forti del previsto, tanto da dirsi "a suo agio" con le scommesse degli investitori su un rialzo come prossima mossa. La sua posizione si è discostata dal linguaggio più accomodante usato dal comitato della Bce nel suo insieme, lasciando intravedere opinioni divergenti nel gruppo.

Il francese François Villeroy de Galhau, un altro membro del comitato, ha affermato in un discorso a inizio dicembre: "I rischi al ribasso per le prospettive di inflazione restano almeno tanto significativi quanto quelli al rialzo e non tollereremmo un persistente scostamento al di sotto del nostro obiettivo di inflazione".

L’inflazione è stata del 2,1 per cento a novembre e oscilla vicino al target del due per cento della Bce dall’inizio del 2025, sostenuta dagli aumenti dei prezzi nei servizi. La decisione dell’Ue di rinviare il nuovo sistema di fissazione del prezzo del carbonio (ETS2) dovrebbe mantenere l’inflazione più bassa del previsto nel 2027.

Le nuove proiezioni dello staff dell’Eurosistema indicano un’inflazione complessiva in media al 2,1 per cento nel 2025, all’1,9 per cento nel 2026, all’1,8 per cento nel 2027 e al due per cento nel 2028.

"Il Consiglio direttivo è determinato a garantire che l’inflazione si stabilizzi al suo obiettivo del due per cento nel medio termine", ha affermato la Bce giovedì. "Adotterà un approccio basato sui dati e valuterà riunione per riunione l’orientamento di politica monetaria appropriato".

La decisione della Bce arriva dopo che la Bank of England ha deciso giovedì di tagliare il tasso chiave del Regno Unito. Segue anche la mossa della Federal Reserve statunitense di ridurre i costi di finanziamento la scorsa settimana.

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