Almeno 18 persone (16 donne africane, un uomo e un ragazzo) hanno perso la vita nelle prime ore di questo giovedì nel Mar Egeo Centrale, tra Grecia e Turchia: un'imbarcazione, che stava trasportando un gruppo di migranti in Grecia, è affondata al largo dell'isola greca di Lesbo
Almeno 18 persone (16 donne africane, un uomo e un ragazzo) hanno perso la vita nelle prime ore di questo giovedì 6 ottobre nel Mar Egeo Centrale, ad un passo dalla Turchia.
Un gommone che stava trasportando un gruppo di migranti in Grecia è affondato al largo dell'isola greca di Lesbo.
Dieci donne sono state finora recuperate dal mare, soccorse e ricoverate all'ospedale di Mitilini. Secondo le superstiti, a bordo c'erano circa 40 persone, perciò le operazioni di ricerca e soccorso dei dispersi sono tuttora in corso, seppur in condizioni meteorologiche estreme, con forti venti.
Un'operazione di ricerca e recupero è in corso anche nell'isola di Citera (conosciuta anche come Cerigo) a sud del Peloponneso, sempre in Grecia, dove una barca a vela che trasportava altri migranti - mercoledi sera - si è schiantata contro una costa rocciosa ed è colata a picco.
Sono state soccorse e salvate già 80 persone, ma a bordo erano in 95.
In molti sono riusciti a salvarsi aggrappandosi agli scogli, altri sono stati recuperati in mare dalle squadre di soccorso.
La Guardia Costiera greca, assistita da un elicottero Super Puma, sta continuando le ricerche dei dispersi.
Almeno sei le vittime accertate, diventate in seguito 15.
Appello alla Turchia
Il ministro greco dell'Immigrazione, Notis Mitarachi, ha lanciato un appello alla Turchia per intraprendere "azioni immediate per prevenire tutte le partenze irregolari, a causa delle condizioni meteorologiche avverse".