La leader di FdI è la più attesa al comizio di chiusura della destra, annuncia la riforma della Carta in senso presidenziale, attacca il modello Speranza di gestione della pandemia adatto a un regime e gli intellettuali d'Oltralpe che temono il ritorno del fascismo
Sul palco di piazza del popolo a Roma i leader dei quattro partiti della coalizione di centrodestra ci sono tutti per la chiusura della campagna elettorale. Ma la più attesa è lei, Giorgia Meloni, leader di FdI, prima ministra in pectore in caso di vittoria della destra, la leader che per la prima volta arriva alle politiche con numeri a due cifre in grado di sorpassare gli alleati e gli avversari.
In un discorso enfatico che tocca tutti gli argomenti principali del programma: la guerra in Ucraina, la difesa, l'Europa e la sovranità dell'Italia in Europa, la gestione di un'eventuale altra pandemia e la Costituzione, afferma che la sua alleanza è pronta a cambiare la Carta svoltando verso il presidenzialismo anche senza l'aiuto della sinistra, "se ci saranno i numeri". "Gli italiani lo impediranno", ha replicato a stretto giro il segretario del Pd Enrico Letta.
In serata arriva anche la dichiarazione della presidente della commissione europea Ursula Von der Leyen che risponde a un giornalista sul voto in Italia: "Il voto in Italia? Se le cose andranno in una direzione difficile, abbiamo gli strumenti, come nel caso di Polonia e Ungheria - ha detto - Noi lavoriamo con qualunque governo democratico disposto a lavorare con noi".
Meloni l'orgoglio italiano e Europa "a testa alta"
"Noi siamo pronti e lo vedrete il 25 settembre, fino all'ultimo voto per restituire libertà e orgoglio a questa per la Nazione", ha detto Meloni che ha parlato della dignità del Paese in Europa e di un'Europa che deve essere credibile "a pieno titolo" "a testa alta" "affidabile e seria a partire dalla difesa del popolo ucraino".
Meloni strizza l'occhio ai no vax
"Libertà vale anche per come intendiamo affrontare l'eventuale ritorno della pandemia: non accetteremo più che l'Italia sia l'esperimento dell'applicazione del modello cinese a un Paese occidentale" con "il modello Speranza siamo stati il paese con le più grandi restrizioni e il più alto numero di contagi. Non piegheremo più le nostre libertà fondamentali a questi apprendisti stregoni", ha detto Meloni.
Al comizio finale anche Silvio Berlusconi (Fi) , Matteo Salvini (Lega) e Maurizio Lupi (Noi con l'Italia) hanno parlato.
Questo venerdì chiude il centro-sinistra, nella stessa piazza.