Il pontefice parla con i giornalisti durante il viaggio di ritorno dal Canada
Papa Francesco è tornato in italia dopo il viaggio in Canada. Sull'aereo papale ha tenuto una conferenza stampa di 45 minuti in cui inevitabilmente ha parlato del suo stato di salute. Dimissioni? Finora non c'ha mai pensato - ammette - ma "è una possibilità". Di certo dovrà rallentare il ritmo dei viaggi.
"La porta è aperta (alle dimissioni, ndr) - prosegue -È una delle opzioni normali. Ma fino ad oggi non ho bussato a quella porta. Non ho sentito di pensare a questa possibilità. Ma forse questo non vuol dire che dopodomani comincio a pensarci. Ma in questo momento sinceramente no". "Anche questo viaggio è stato un po' un test - osserva Francesco - È vero che non si può fare viaggi in questo stato. Devo forse cambiare un po' lo stile, diminuire, pagare i debiti dei viaggi che ancora devo fare. Risistemare. Ma sarà il Signore a dirlo, la porta è aperta, questo è vero".
"L'intervento chirurgico al ginocchio non va. Nel mio caso i tecnici dicono di sì, ma c'è il problema dell'anestesia che ho subito 10 mesi fa, sei ore di anestesia e ancora ci sono le tracce. Non si gioca, non si scherza con l'anestesia, e per questo si pensa che non è del tutto conveniente". "Ma io cercherò di continuare a fare dei viaggi ed essere vicino alla gente, perché credo che è un modo di servire... la vicinanza. Ma più di questo non mi viene di dire. Speriamo" continua.
"Sì potrei ritirarmi - dice ancora Bergoglio rispondendo a un'altra domanda - Il gesuita cerca di fare la volontà del Signore. Anche il Papa gesuita deve fare lo stesso. Quando il Signore parla... se il Signore ti dice vai avanti, tu vai avanti, se il Signore ti dice vai all'angolo, te ne vai all'angolo. Ma è il Signore che comanda. Il Signore può dire: dimettiti. È il Signore che comanda".
Ripete di voler andare in Ucraina, in Kazakhstan, in Sud Sudan, poi anche in Congo ma nel 2023 perché ora ci sarà la stagione delle piogge.
Riguardo al suo possibile sostituto non si sbilancia. "Questo è lavoro dello Spirito Santo. Io non oserei mai pensare - dice - Ma lo Spirito Santo questo lo sa fare meglio di me e meglio di tutti noi".
"È stato genocidio"
Dopo le scuse agli indigeni canadesi per i soprusi subiti anche dai cattolici, Papa Francesco sull'aereo papale ammette che si è trattato di un genocidio. "Non ho usato questa parola solo perché non mi è venuta in mente" dice.
E sulla "dottrina della colonizzazione", che manifestanti indigeni gli hanno chiesto di abrogare, risponde: "È vero: è cattiva, è ingiusta. Anche oggi è usata spesso, con guanti di seta, ma è usata. C'è quella mentalità: noi siamo superiori, quegli indigeni non contano. E questo è grave. Dobbiamo andare indietro e sanificare, diciamo così, quello che è stato fatto male. Con la consapevolezza che oggi esiste lo stesso colonialismo".