Boris, il premier dimezzato. Fiducia ai minimi storici

Boris entusiasta per il voto che attesta una fiducia ai minimi storici
"Un risultato molto positivo", che permette di archiviare la questione dei suoi party in era Covid e in barba al lockdown, e di "tornare a concentrarsi sull'azione di governo". Entusiastici i toni con cui Boris Johnson ha accolto spaccatura del suo partito e più basso sostegno parlamentare a un premier britannico in un voto di sfiducia, nella storia recente del Regno Unito.
Stampa scatenata: "Premier ferito che si aggrappa al potere", "Get BorExit done!"
Agli antipodi, rispetto all'entusiasmo del premier, i titoli riservati oggi al caso dalla stampa britannica. Mentre il prestigioso Guardian parla di "umiliazione" e di "premier che si aggrappa al potere", numerose le testate che lo definiscono "ferito" e "in pericolo". Colorita la formula scelta dal tabloid The Sun, che parafrasando l'epurazione interna al partito nazionalsocialista di Hitler, avvenuta nel 1934 per mano di SS e Gestapo, parla di "Notte dei biondi coltelli". Poco convinto, addirittura il fedele quotidiano conservatore The Daily Telegraph, che titola: "Una vittoria vuota, che divide i Tories". C'è poi chi si spinge ancora oltre, come il tabloid Daily Record, che ha parafrasato gli slogan anti-europeisti di Johnson, per invitarlo alle dimissioni con il titolo: "Get BorExit Done".
"A nudo la fragilità del premier. Forti dubbi sulla solidità della sua leadership"
"Situazioni come questa mettono in luce quanto possa essere limitata l'autorità di un primo ministro - commenta Tim Bale, Professore di politica alla Queen Mary University di Londra -. E temo che sia esattamente il caso di quanto stia ora accadendo anche a Boris Johnson. Non significa certo che a breve dovrà dimettersi, ma che continueranno ad esserci forti dubbi sulla solidità della sua leadership". Interrogativi condivisi da molta stampa, con The Independent, che ha dato loro voce in prima pagina con il titolo: "Boris si aggrappa al potere. Ma per quanto ancora?"
Boris peggio di Theresa: più del 40% i franchi tiratori nel suo partito
In 211 hanno votato la fiducia a Johnson. 148 i contrari. Più del 40% per cento, i franchi tiratori nel suo stesso partito. Il 3% in più, rispetto a quelli che nel dicembre del 2018 avevano votato contro Theresa May. "I suoi numeri erano stati maggiori - dice ancora Tim Bale -. Eppure, appena sei mesi dopo era scomparsa. La storia ci insegna quindi che, indipendentemente dall'esito, i primi ministri sopravvissuti ai voti di sfiducia non hanno poi vita facile".
Avanti come se niente fosse: "Si torna al lavoro per garantire il cambiamento"
Avanti tutta, come se niente fosse, il mantra al momento ribadito da Johnson, quasi a scongiurare il peggio. Rimettersi al lavoro per realizzare il cambiamento, l'ordine di scuderia lanciato ai suoi, nella prima riunione di gabinetto del dopo-voto: "I cantieri che ci attendono sono immensi - ha detto - e tra le priorità c'è anche il taglio dei costi del governo".