Il consigliere per la Sicurezza nazionale Sullivan: già cominciate le consegne di sistemi bellici
Le forze ucraine si preparano a una battaglia sul terreno, mentre la Russia concentra la propria potenza di fuoco nelle regioni orientali. Il Cremlino ha già annunciato che il prossimo obiettivo da raggiungere riguarda la stabilizzazione del Donbass, che per Mosca significa "ristabilire l'autorità statale" delle autproclamate repubbliche separatiste.
Intanto il ministero russo della Difesa diffonde le statistiche ufficiali del giorno: attaccati 86 siti militari, uno dei quali nella città di Dnipro, dove è stato distrutto l'aeroporto, e un altro a Karkhiv, seconda città del paese.
Con il conflitto che entra in una fase se possibile ancora più aspra, Kiev torna a chiedere agli Stati Uniti, alla Nato e all'Unione europea l'invio di altre armi, ricevendo immediato ascolto da parte di Washington.
Jake Sullivan, consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti , conferma che le consegne sono già cominciate. "Lavoreremo in modo aggressivo per dare all'Ucraina ciò che ha bisogno per rafforzarsi tanto sul campo di battaglia e al tavolo delle trattative".
Intanto troverebbe conferme in ambito di intelligence il cambio della guardia al vertice militare russo, dove è arrivato il generale Alexander Dvornikov, già capo della operazione militare russa in Siria e conosciuto per i suoi metodi poco diplomatici.
Infine continuano le ricerche di prove di crimini di guerra commessi a Bucha. La procura speciale ucraina ha riesumato dei corpi da una nuova fossa comune, portando a 30 il numero dei civili che sarebbero stati sepolti in fretta dai russi in ritirata.