Urne negate ai serbi del Kosovo. Belgrado e Pristina non trovano l'accordo

Manifesti elettorali per le elezioni in Serbia
Manifesti elettorali per le elezioni in Serbia Diritti d'autore Darko Vojinovic/Copyright 2022 The Associated Press. All rights reserved.
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Di Giulia Avataneo
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I circa 120 mila serbi del Kosovo dovranno attraversare il confine per poter votare alle elezioni parlamentari e presidenziali di domenica

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È una giornata di sole di inizio primavera a Mitrovica, nel nord del Kosovo. I bar sono pieni e la gente si gode un caffè. Sarà così anche questa domenica, in una giornata che avrebbe potuto essere di elezioni.

Nonostante le pressioni internazionali e di Belgrado, il primo ministro del Kosovo Albin Kurti ha deciso che i circa 120 mila serbi residenti in Kosovo non potranno votare nei loro comuni per le elezioni presidenziali e parlamentari della Serbia, da cui ha dichiarato l'indipendenza nel 2008.

Kurti ha deciso di trattare la Serbia come qualsiasi Paese straniero, aprendo al voto nelle ambasciate. Ma Belgrado non ne ha mai aperta una a Pristina perché sarebbe un segnale di riconoscimento dello status indipendente della sua ex provincia. Nella capitale kosovara c'è solo un ufficio di collegamento, dove Kurti vorrebbe far votare i serbi.

Popolazione scomoda

"Questo può succedere solo qui. E dobbiamo dire grazie a quelli che stanno a sud - dice un passante a Mitrovica - Lo sanno tutti. Per loro siamo solo una seccatura. Anzi, siamo un fastidio per tutto il mondo".

"Entrambi i governi dovrebbero pensare a noi e ai nostri diritti", ribatte un'altra cittadina serba.

Nonostante le accuse incrociate, la speranza per tutti è che la tensione non salga e che la giornata passi in modo tranquillo.

"Speriamo in una domenica pacifica e che questa tranquillità possa durare. Nessuno qui vorrebbe mai una guerra", commenta un anziano.

In cerca di pacificazione

Non sono previste tensioni - secondo chi ha familiarità con gli sviluppi politici a Pristina. Ma per mantenere una situazione pacificata è importante che il governo del Kosovo tenda la mano alla minoranza serba.

"I serbi del Kosovo non saranno mai a loro agio se sono guidati dalla narrazione di Belgrado - osserva l'analista politico Bardhyl Meta - Se non hanno una loro storia, una missione di vita nel Kosovo e diritti rispettati, allora non si sentiranno mai a casa".

L'unica opzione per esprimere il proprio voto ai serbi del Kosovo rimane quella di varcare il confine e andare alle urne in una città serba.

Questione irrisolta

Il Kosovo è un'ex provincia della Serbia che ha dichiarato l'indipendenza nel 2008. Belgrado e la Russia hanno entrambi rifiutato di riconoscere il suo status di Paese indipendente, al contrario di Stati Uniti e i principali paesi dell'Unione Europea.

Il voto era stato permesso in passato, ma Kurti ha detto che questa volta la Serbia deve essere trattata come qualsiasi altro paese straniero, con il voto che si svolge nelle ambasciate o nei consolati. La Serbia non ha un'ambasciata in Kosovo. C'è invece un ufficio di collegamento, dove Kurti vuole che la popolazione di etnia serba voti.

La Serbia ha visto la richiesta di Kurti come un'accettazione de-facto dell'indipendenza della sua ex provincia, mentre Kurti ha sostenuto che le elezioni serbe in Kosovo sarebbero una violazione della sovranità di Pristina.

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