La vita che non c'è più nella capitale ucraina in guerra

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Di Paolo Alberto ValentiANSA
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La popolazione di Kiev vive le ore più drammatiche di sempre. I russi sono alle porte e gli obiettivi di Putin sembrano molto più ambiziosi di quelli che si erano immaginati nei giorni scorsi

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La popolazione ucraina è ancora sotto shock. Lo resterà a lungo. È ormai chiaro che l'obiettivo di Putin non è  la semplice messa in sicurezza del Donbass, a tutela delle popolazioni filorusse. Del resto le brigate russe controllano già efficacemente i territori a Est del Dnepr  mentre una pioggia di missili è caduta nella notte su Kiev verso quegli obiettivi che Mosca definisce "chirurgici". I combattimenti sono in corso a nord della capitale,  alle sue porte, in certi quartieri periferici,  come reso noto dall'esercito ucraino. Fonti governative hanno riferito di avere intercettato qualcuno dei missili lancitai dai russi e qualche aereo, i loro frammenti sarebbero caduti in una zona residenziale della capitale provocando incendi. "Forze nemiche sono entrate a Kiev ma io resto qui": sembra abbia detto il presidente Zelensky aggiungendo che finora almeno 137 militari ucraini sono stati uccisi e 316 hanno riportato ferite. Secondo fonti ucraine le forze russe prendono di mira anche aree civili  e si reclama a gran voce "una coalizione contro la guerra".

Le trombe delle sirene

Suonano a più riprese le sirene degli allarmi aerei. Le autorità locali esortano i residenti a nascondersi nei rifugi. "È l' allarme antiaereo! Mettetevi subito al riparo nel rifugio più vicino", urlano nelle stanze del servizio comunicazione-stampa dell'amministrazione comunale. Nei volti di tutti si legge tensione e stanchezza, in pochi sono riusciti a dormire veramente. In buona parte del resto del mondo si alzano voci e testimonianze di solidarietà al popolo ucraino, i social ne sono pieni insieme alle immagini delle azioni belliche che allargano il corredo della devastazione.

A seguito dell'attacco russo all'Ucraina si sente anche la voce degli sviluppatori del Paese. Tra questi, GSC Game World, Frogwares e Vostok Games, che negli anni hanno dato vita a titoli apprezzati a livello globale. L'Ucraina è una comunità fiorente di software house, in modo particolare quelle dedicate alla realizzazione di videogame. GSC Game World, autori della saga Stalker, sopratutto post-apocalittico (!), hanno lanciato un messaggio sui social a supporto dell'esercito di Kiev, rassicurando anche i fan circa la continuazione del loro lavoro, "che al momento prosegue da remoto" affermano. Su Twitter, l'azienda ha pubblicato un comunicato ufficiale rivendicando la libertà della propria nazione e chiedendo a giocatori e sviluppatori di condividere il messaggio.

GSC non è sola, al suo fianco ci sono anche Frogwares, a cui si deve Sherlock Holmes Chapter One, e Vostok Games, il gruppo dietro Fear the Wolves. Entrambi hanno espresso tramite i social network il loro pensiero, chiedendo solidarietà all'intera industria videoludica. Frogwares ha sottolineato come l'Ucraina sia un paese libero e pacifico, mentre Vostok Games si è unito alle proteste condividendo con orgoglio i colori della bandiera nazionale. 

L'evoluzione su campo

Sebbene la sproporzione fra le forze ucraine e quelle russe sia flagrante la vastità del territorio ucraino non dovrebbe consentire a Putin di raggiungere rapidamente un confortevole controllo del paese. Tuttavia alcuni punti strategici sono già in mano russe: i principali porti di Odessa e Mariupol sono caduti. In questo modo si nega l'accesso al mare agli ucraini e si crea un'unica fascia dal Donbass. Mosca punta chiaramente alla caduta di  Zelensky per promuovere un nuovo governo amico di Mosca. Se Zelensky riesce invece ad arroccarsi in una porzione di Ucraina l'impresa di Putin potrebbe trasformarsi in un nuovo Afghanistan.

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