Due giovani fermati a Manchester, sarebbero collegati all'attentato di Colleyville
Sono stati arrestati due giovani a Manchester in correlazione con i fatti avvenuti nella sinagoga di Colleyville in Texas, dove un cittadino britannico di religione islamica ha tenuto i fedeli sotto sequestro per 10 ore. Alla fine sono intervenute le forze speciali del Fbi che hanno ucciso il sequestratore e liberato gli ostaggi. Non si conosco le motivazioni dell'arresto.
Solidarietà alla comunità ebraica da parte della ministra degli Esteri britannica, che assicura il pieno sostegno agli Stati Uniti nella difesa contro chi semina odio.
Malik Faisla Akram, questo il nome dell'attentatore, aveva disturbi mentali secondo la sua famiglia, che ha passato ore a parlare con lui durante il sequestro per convincerlo a lasciare liberi gli ostaggi. "Non giustifichiamo le sue azioni e vogliamo scusarci con le vittime", si legge in una nota dei familiari. Il sequestratore 44enne originario della città di Blackburn nel Lancashire, in Gran Bretagna, era arrivato negli Usa due settimane fa, sbarcando all'aerporto John Fitzegarld Kennedy di New York.
** "Liberate Lady al Qaida"**
Durante le trattative per il sequestro, Akram ha chiesto di liberare la cosiddetta "Lady al Qaida", ovvero Aafia Siddiqui, la neuroscienziata pachistana condannata a 86 anni di carcere, detenuta negli Usacon l'accusa di tentato omicidio di alcuni agenti americani in Afghanistan. Da annidiversi gruppi di estremisti cercano di negoziare il rilascio. Anche il Pakistan sostiene la liberazione della donna e nel novembre 2018 il senato di Islamabad ha approvato una risoluzione chiedendone il rimpatrio. Un caso quindi di portata internazionale.
In un primo momento alcuni media statunitensi avevano diffuso la notizia falsa che il sequestratore fosse il fratello di Aafia Siddiqui. La famiglia della donna, a sequestro ancora in corso, aveva smentito seccamente: "Vogliamo che l'assalitore sappia che Aafia Siddiqui e la sua famiglia condannano il suo gesto. Lui non ha nulla a che fare con Aafia, con la sua famiglia e la campagna globale per chiedere giustizia".