Carpe nella vasca da bagno e niente usi anglosassoni: così si festeggia il Natale in Repubblica Ceca

Ogni autunno, i pescatori cechi si dedicano alla tradizione secolare di catturare carpe per i mercatini di Natale
Ogni autunno, i pescatori cechi si dedicano alla tradizione secolare di catturare carpe per i mercatini di Natale Diritti d'autore Petr David Josek/Copyright 2017 The Associated Press. All rights reserved.
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Di David Hutt
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il paese, che ha resistito per 40 anni alle tradizioni importate dall'URRS, oggi respinge ugualmente gli usi di origine anglosassone

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È la sera del 24 dicembre e con i vostri familiari più stretti siete seduti a tavola per la cena della vigilia di Natale, il momento più atteso delle festività. 

Nei giorni precedenti avetefatto visita a uno dei migliaia di venditori di carpe che costeggiano le strade del paese: se siete dei fanatici della tradizione ne avete comprata una viva, conservandola in vasca da bagno fino al 24.

Ma per i più schizzinosi, ogni venditore è sempre disposto a ucciderla e pulirla.

Così si festeggia il Natale a Praga e nel resto della Repubblica Ceca. Proprio come si usa dire del maiale in molte società post-agricole in Italia,  anche della carpa secondo i cechi "non si butta via niente": persino alcune squame ne vengono conservate ed essiccate, per essere poi messe all'interno portafogli, come augurio di un anno economicamente prospero.

Una festa di rituali

Di simili tradizioni, in effetti, il natale ceco è costellato. 

Nonostante il 24 dicembre sia conosciuto nel paese come il "giorno generoso" (Štědrý den), molti cechi digiunano fino al pasto serale. Se riescono a resistere, ai bambini viene detto di guardarsi attorno per trovare il maialino d'oro (zlaté prase), un segno di buon auspicio per l'anno venturo.

Dopo cena, le famiglie, a turno, aprono una mela. Se il nucleo mostra la forma di una stella, significa che ci sarà una nascita l'anno a venire; ma una croce significa una morte.

Poi arrivano i regali: ma invece di essere portati da un Babbo Natale vestito di rosso o da una variante di San Nicola, i bambini cechi aspettano con impazienza che i loro doni siano consegnati da Gesù Bambino (Ježíšek).

Secondo alcune famiglie Gesù Bambino porta anche l'albero di Natale, che viene decorato dai genitori la sera stessa del 24 dicembre.

Dopo la riunione della vigilia, il 25 dicembre arriva la Santa Festa del Natale (Boží hod vánoční), occasione per visitare amici o altri membri della famiglia, consumando gli avanzi. 

Credit: AP
Un trombettista accompagna con le sue note il tradizionale mercatino di Natale nella Piazza della Città Vecchia a Praga, Repubblica CecaCredit: AP

Il giorno successivo, Santo Stefano vede più o meno lo stesso rituale, con i cori natalizi che - perlomeno negli anni prima della pandemia - passavano di porta in porta.

Tradizioni blindate

La Repubblica ceca è uno dei paesi che più si è battuto per preservare intatte le proprie tradizioni natalizie: dalla fine degli anni 2000, numerosi gruppi della società civile hanno condotto una campagna stagionale per tenere Babbo Natale - e altre usanze anglosassoni - lontani dai bambini cechi. 

Per molti, il consumismo statunitense è il nuovo grande nemico cui resistere. Nel 1948, quando in Cecoslovacchia ebbe inizio il quarantennio comunista, il nuovo regime tentò di introdurre nel folclore locale la figura di Nonno Gelo (Děda Mráz), tradizionale portatore di doni nell'URSS e in parecchi suoi stati satellite. 

Fu il premier comunista Antonín Zapotocky che, in un discorso televisivo nel 1952, disse ai bambini che il Bambino Gesù che un tempo aveva portato loro i regali era ormai cresciuto ed era diventato Nonno Gelo.

Ma, proprio come allora l'operazione non ebbe mai davvero successo, allo stesso modo il Babbo Natale statunitense popolarizzato dalla Coca Cola non è mai riuscito a penetrare nell'immaginario dei bambini cechi.

“Amiamo le nostre tradizioni. Vogliamo mantenere le tradizioni ceche. Questo significa niente nonno gelo e niente Babbo Natale" ha detto Eva Fruhwirtová, portavoce del gruppo Zachraňte Ježíška ("Salva Gesù Bambino"), ai media locali nel 2008 quando è stato creato.

MICHAL CIZEK/AFP or licensors
26 dicembre 2019: il tradizionale rito del bagno nelle acque fredde del fiume Vltava, a Praga, Repubblica CecaMICHAL CIZEK/AFP or licensors

La pagina Facebook di “Antisanta.cz”, un altro gruppo online per la difesa degli usi locali, conta ora più di 1.000 follower. “Il nostro obiettivo” si legge nel sito web,“è riportare Babbo Natale al suo posto: negli Stati Uniti, in Inghilterra e in altri stati di tradizione anglosassone”.

Gesù Bambino come portatore di doni è attribuito a Martin Lutero, il riformatore protestante che nel XVI secolo suggerì che sarebbe stato più appropriato per una festa cristiana celebrare la generosità di Gesù, piuttosto che San Nicola, figura vista da molti riformatori protestanti come troppo vicini agli usi cattolici. 

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I cechi non sono soli in questa tradizione. Altre regioni dell'Europa centrale, comprese parti della Germania meridionale, la mantengono ancora, mentre i doni portati da Gesù sono anche una caratteristica del Natale in alcune culture latinoamericane.

Sentimento religioso?

D'altro canto, il riferimento cristiano di Ježíšek e la resistenza a un Babbo Natale laico, appare in un certo senso fuori luogo in Repubblica Ceca, che oggi è uno dei paesi meno religiosi d'Europa.

Secondo un sondaggio del 2017 del Pew Research Center, solo il 29% dei cechi ha affermato di credere in Dio, la cifra di gran lunga più bassa dell'Europa orientale: tra gli ungheresi ad esempio, i credenti rappresentano il 59%, mentre tra i polacchi addirittura l'86.

Un altro sondaggio dello stesso istituto, pubblicato nel 2019, ha rilevato che solo il 9% dei cechi afferma che la religione abbia un ruolo molto importante nella loro vita quotidiana: ancora, uno dei tassi più bassi nell'intera Europa.

“Tra coloro che frequentano i servizi religiosi ci sono prevalentemente persone che visitano la chiesa solo in occasione di qualche festività”, affermava uno studio del 2001 ("Religione e secolarizzazione nella Repubblica Ceca").

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Non si tratta in effetti di una novità: già nel 1991 solo il 3 per cento dei cechi dichiarava di andare in chiesa almeno una volta al mese, ma il 13 per cento lo aveva fatto alla vigilia di Natale.

La carpa natalizia

Un'altra tradizione che non mostra segni di cedimento riguarda proprio il consumo della carpa. Piuttosto che il tacchino anglosassone, i cechi preferiscono questo pesce d'acqua dolce, tradizionalmente fritto nel pangrattato e servito con insalata di patate.

Nella settimana o giù di lì prima del 24 dicembre, le strade della maggior parte delle grandi città ceche sono costeggiate da vasche piene di carpe, in modo che i clienti possano scegliersi quella che più gli piace.

Quest'anno, circa 3.000 venditori di carpe si sono registrati per piazzare i rispettivi banchi nei mercati e per le strade, secondo i resoconti dei media locali. In passato, era consuetudine per la maggior parte delle famiglie acquistare una carpa viva e tenerla a casa, di solito nella vasca da bagno, prima del 24 dicembre. Oggi è più frequente che siano i venditori a ucciderle e scuoiarle su richiesta.

Una teoria diffusa nel paese afferma che la carpa fosse popolare tra i cattolici dell'Europa centrale fin dal Medioevo, perché la carne era vietata durante il digiuno dell'Avvento e la vigilia di Natale rappresentava l'ultimo giorno di digiuno.

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Un'altra teoria ipotizza che fosse un'usanza dominante alla fine del XVI secolo perché le terre ceche, e soprattutto la Boemia meridionale, divennero le principali aree di produzione di pesce d'acqua dolce.

Ogni anno, i media cechi riferiscono di come alla maggior parte degli stranieri nel paese il sapore della carpa non piaccia. Ma anche tra i cechi, soprattutto tra le nuove generazioni, non tutti amano particolarmente il sapore forte del pesce, pur continuando a mangiarlo per amore di tradizione.

I meno ortodossi, in realtà sostituiscono la  carpa con una cotoletta di pollo, altro alimento base nella dieta dell'Europa centrale.

Ma non c'è alcun pericolo di sostituzione della famosa insalata di patate, della quale quasi ogni famiglia  ha una propria ricetta distintiva.

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