Questa è la storia di un uomo che non aveva speranza di sopravvivere ma al suo cuore malandato ne è stato affiancato uno sano . "Sento due battiti differenti nel mio petto ma sono vivo"
Nel febbraio 2020 il brasiliano Lincoln Paiva ha avuto un attacco di cuore e , vista l'impossibilità di un trapianto tradizionale, ha vissuto un'esperienza senza precedenti. E' stato salvato grazie a una nuova tecnica di chirurgia vascolare di un ospedale di San Paolo: il trapianto eterotopico, che prevede l'uso di due cuori affiancati, e in alcuni casi - ma non in questo - ne contempla anche l'utilizzo di uno meccanico.
"Ricordo di aver guardato e di aver visto che avevo una cicatrice sul petto, ma non avevo capito di avere due cuori - racconta Paiva - Ho sentito qualcosa di molto strano, due battiti diversi nel mio petto, e ho pensato tra me e me, ho davvero due cuori nel mio petto? Sono vivo? Dove sono? E ho sentito che uno batteva in un modo e l'altro in un altro, e ho sentito entrambi i cuori battere nel mio petto"
Nel primo intervento i due cuori, quello originale e quello del donatore, sono statio affiancati, poi, in un'operazione successiva - quello malato è stato rimosso lasciando spazio solo a quello sano.
Fabio Gaiotto, è il chirurgo cardiovascolare dell'Hospital das Clinicas della Facoltà di Medicina dell'Università di San Paolo che lo ha operato:
"L'importanza di questo progetto è di offrire speranza ai pazienti che vengono mandati in cure palliative perché non possono ricevere un trapianto cardiaco. La terapia classica per questo è l'assistenza respiratoria meccanica, un cuore artificiale, che però non è accessibile a tutti i pazienti. Quindi quelli che non vi hanno accesso si trovano in una situazione molto drammatica".
Lincoln Paiva oggi è ancora in fase di ripresa ma la situazione si sta evolvendo positivamente e ci sono già altri candidati per accedere alla stessa procedura, anche se andrebbe davvero utilizzata solo in situazioni eccezionali .