Profughi afghani: l'Austria critica la proposta della presidente della Commissione europea sulla protezione dei richiedenti asilo
Ancora ordine sparso in Europa.
La circostanza che divide, in questo caso, è legata all'accoglienza dei profughi afghani che fuggono dal Paese dopo la presa del potere da parte dei talebani.
Ungheria e Bulgaria hanno già messo i loro paletti; adesso tocca all'Austria con il ministro dell'Interno Karl Nehammer, che ha espresso una critica netta alla proposta di Ursula von der Leyen sull'attivazione di percorsi legali e sicuri a livello globale, per coloro che hanno bisogno di protezione.
"Dal mio punto di vista, è assurdo parlare ora di vie di fuga legali verso l'Europa, come ha fatto la presidente della Commissione - dice il ministro austriaco - la Convenzione di Ginevra non prevede che le persone possano scegliere il loro paese d'asilo, ma che ricevano effettivamente protezione nel paese più vicino dove la protezione è possibile. E, per questo, i paesi di quella regione hanno bisogno di sostegno, così come l'Alto Commissariato Onu. Non è comprensibile che un rifugiato afghano si faccia 5000 chilometri di viaggio per poi chiedere asilo qui in Austria".
Per le forze di governo austriache, l'ÖVP (il partito popolare dell'Austra di centro destra) e i Verdi, la questione è diventata una prova di forza.
Birgit Hebein, che ha contribuito a negoziare l'accordo di coalizione ed è stata presidente della sezione regionale dei Verdi a Vienna fino a gennaio, ha ora presentato le sue dimissioni dal partito anche per disaccordo con la politica austriaca in Afghanistan.