Bocciatura anche dal Tar del Lazio: il Chievo non c'è più

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Di Cristiano Tassinari
Sergio Pellissier in gol in Napoli-Chievo del 1.2.2015.
Sergio Pellissier in gol in Napoli-Chievo del 1.2.2015.   -  Diritti d'autore  Felice Calabro'/AP

Il Chievo non c'è pIù.

Anche il Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio ha respinto il ricorso della società scaligera.
Confermata la "condanna": per inadempienze tributarie nel periodo 2014-2018 (e, quindi, non soltanto per la rateizzazione non autorizzata dei contributi Inps e Irpef 2020).

Il giudice ha deciso con un decreto cautelare monocratico, ma è stata fissata per il 6 settembre la Camera di Consiglio per una valutazione collegiale.

Il Tar, considerato che il Chievo, "esclusa dalla concessione della Licenza Nazionale per l'iscrizione al campionato di Serie B per l'anno 2021/2022 a motivo del rilevato inadempimento di debiti fiscali", ha impugnato tutti gli atti della procedura, "prospettando altresì la sussistenza di una situazione di estrema necessità e urgenza e chiedendo l'adozione di misure cautelari provvisorie dirette a consentire immediatamente la richiesta iscrizione", ha ritenuto che allo stato, "non si rinvengono elementi tali da inficiare la complessiva ricostruzione dei profili di fatto e di diritto risultante dalla pronuncia del Collegio di Garanzia del Coni".

Ultimissima speranza: la Collegiale del Tar

Dopo la bocciatura della Covisoc, del Collegio di Garanzia del Coni e, ora, del Tar del Lazio, le speranze del Chievo di sopravvivere sono praticamente nulle.

Ma la dirigenza veronese lancia un appello al presidente del Consiglio di Stato e ha annunciato che ricorrà comunque alla Collegiale del Tar: nell'insperata eventualità di un "Si", il Chievo verrebbe riammesso alla serie B, anche in sovrannumero. Visto che, con la bocciatura dei clivensi di oggi, il Cosenza viene ufficialmente ripescato tra i cadetti.

Con la sentenza odierna, tutti i giocatori del Chievo sotto contratto risultano immediatamente svincolati e potranno trovarsi subito un'altra squadra: come capita sempre, ci sarà una sorta di "assalto alla diligenza" da parte degli altri club.

Il futuro del Chievo? Davvero complicato

Con l'acquisizione di eventuali nuovi proprietari al posto della storica famiglia Campedelli, da sempre alla guida del Chievo, i "mussi volanti" potrebbero ripartire dalla serie D o, almeno dall'Eccellenza.

Bisognerà vedere se sulla piazza veronese - già rappresentata tra i professionisti da Hellas Verona e Virtus Verona - ci sia qualcuno che abbia voglia e denaro da investire nella rinascita dello "storico" Chievo.

Il rischio di non sentirne più parlare, se non ricordando "C'era una volta il Chievo...", purtroppo, è concreto

Un pezzo di storia

Il Chievo rappresenta un pezzo di storia del calcio italiano.

Espressione di un quartiere di Verona, guidato dal 1964 dalla famiglia Campedelli - quella dei panettoni Paluani - il "Ceo" (come è soprannominato il Chievo dalle...sue parti) è salito per la prima volta in serie A nel 2001, sotto la guida tecnica dell'allenatore Gigi Del Neri, giungendo sorprendentemente al quinto posto nel suo primo campionato nella massima serie.

Da allora, 17 campionati di serie A - con partecipazione anche alle coppe europee -, intervallati da una retrocessione nel 2006-07 (con pronto ritorno in A l'anno dopo, in panchina Beppe Iachini): un ciclo concluso con la nuova retrocessione della stagione 2018-2019, che relega ora il Chievo in serie B.

Nella storia del calcio italiano, il Chievo è ricordato anche per essere stato il primo avversario di Cristiano Ronaldo in Italia, nella partita Chievo-Juventus 2-3 del 18 agosto 2018.

Antonio Calanni/Copyright 2018 The Associated Press. All rights reserved
18 agosto 2018: il debutto di Cristiano Ronaldo in Italia, proprio contro il Chievo.Antonio Calanni/Copyright 2018 The Associated Press. All rights reserved