Il Consiglio per i Diritti umani a Managua: "Cambi atteggiamento e garantisca elezioni libere"
Cinque potenziali candidati alle presidenziali del Nicaragua finiti in prigione, e lo stesso è accaduto a diciannove tra attivisti e dirigenti dell'opposizione, giornalisti ed ex guerriglieri dissidenti. Secondo molti osservatori tutto si spiega con le intenzioni del capo dello stato in carica, Daniel Ortega, di conquistare un quarto mandato consecutivo col voto del 7 novembre prossimo.
Della situazione nel paese centro americano ne ha discusso il Consiglio per i Diritti umani dell'ONU, dove 59 paesi si sono detti "preoccupati" per quello che sta accadendo.
Michelle Bachelet, Alta Commissaria delle Nazioni Unite per i Diritti umani: "Dopo l'ultimo rapporto sul Nicaragua a questo Consiglio il 23 febbraio, abbiamo assistito a un accelerato e preoccupante deteriorarsi della situazione dei diritti umani. Ciò rende più difficile ai nicaraguensi di esercitare pienamente i loro diritti politici nelle elezioni del 7 novembre". (...) Chiedo al governo del Nicaragua di cambiare urgentemente la linea di condotta che sta tenendo di fronte al processo elettorale. Questo implica, come minimo, il rilascio immediato di tutte le persone detenute arbitrariamente, la cessazione di tutti gli atti di persecuzione contro le voci dissenzienti, il ripristino dei diritti e delle libertà che rendano possibile un processo elettorale libero".
Leader della rivoluzione sandinista che nel 1979 cacciò il dittatore Somoza dal potere, Daniel Ortega fino alla fine degli anni Ottanta ha speso le sue energie per disinnescare l'offensiva degli Stati Uniti che non hanno mai rinunciato ad agire per indebolire il governo rivoluzionario. Tuttavia, la riforma agraria non attuata e il prevalere tra i dirigenti di una visione autoritaria, hanno atto crescere la Contra, l'opposizione ai sandinisti, diventata tanto ingombrabte da far adesso paura allo stesso comandante Ortega.