Ruanda: la Francia lasciò fuggire alcuni dei responsabili del genocidio dei Tutsi

Una veglia a Kigali, capitale del Ruanda, in memoria delle vittime del genocidio. 7 aprile 2019
Una veglia a Kigali, capitale del Ruanda, in memoria delle vittime del genocidio. 7 aprile 2019 Diritti d'autore Ben Curtis/Copyright 2019 The Associated Press. All rights reserved.
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A rivelarlo è un telegramma inviato nel 1994, in piena crisi, dal ministero degli Esteri all'ambasciatore francese nel paese. Il sito francese Mediapart ne ha svelato il contenuto

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L'ordine di lasciare fuggire alcuni dei responsabili del genocidio dei Tutsi in Ruanda, nel 1994, arrivò direttamente dal governo francese. A dimostrarlo è un telegramma riservato del ministero degli esteri di cui il sito francese Mediapart è entrato in possesso.

I fatti incriminati risalgono al 15 luglio 1994. Quel giorno alcuni membri del governo responsabile del massacro dei Tutsi si trovano in una zona umanitaria controllata dall'esercito francese. Secondo l'ONU nei tre mesi precedenti erano state uccise almeno 800.000 persone, soprattutto della minoranza Tutsi. Massacri compiuti in prevalenza dagli Hutu.

L'ambasciatore francese in Ruanda, Yannick Gérard, scrive al ministero degli Esteri: "Qualunque siano le difficoltà - si legge nel suo telegramma - non abbiamo altra scelta che arrestarli o metterli immediatamente agli arresti domiciliari, fino a che i tribunali internazionali non si pronunceranno sul loro caso".

Ma dal Ministero, occupato all'epoca da Alain Juppé, arrivano altre istruzioni: "Potete utilizzare tutti i canali indiretti e soprattutto i contatti africani, senza esporvi direttamente, per far trasmettere alle autorità il nostro desiderio che lascino la zona umanitaria sicura", si legge nel telegramma inviato da Quai d'Orsay e firmato da Bernard Emié, all'epoca consigliere del ministro e attualmente capo dei servizi segreti esteri francesi.

Il documento era conservato in archivi inediti ai quali il ricercatore François Graner ha potuto accedere dopo una lunga battaglia legale: "Le autorità francesi - ha detto Graner - hanno lasciato partire gli autori del genocidio senza arrestarli, anche se l'ONU non si era pronunciata sul loro caso. Invece di tenerli a disposizione della giustizia internazionale, gli hanno permesso di lasciare la zona controllata dall'esercito francese, sapendo bene che erano gli organizzatori del genocidio dei Tutsi".

La Francia non ha ancora finito di fare i conti con questa pagina oscura della sua storia. L'inchiesta sull'operation Turquoise, condotta dai francesi sotto l'egida dell'Onu, è tuttora in corso. Molti sopravvissuti accusano i militari francesi di aver consapevolmente abbandonato centinaia di Tutsi nell'ovest del paese. Edouard Balladur, primo ministro dell'epoca, ha annunciato all'inizio di gennaio la prossima apertura dei suoi archivi sul Ruanda.

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