Caso Navalnyj: l'Ue verso le sanzioni contro la Russia?

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I ministri degli esteri dell'Ue si riuniscono per decidere il da farsi; intanto l'Alto rappresentante della politica estera Borrell (che il 4 febbraio sarà a Mosca) condanna la repressione e definisce il tema prioritario per l'agenda UE

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La questione russa sul tavolo virtuale dei ministri degli esteri dell'Unione europea. Si ipotizzano sanzioni per stigmatizzare l'opera del Cremlino contro i sostenitori del critico anti-Putin Navalnyj. I ministri potrebbero incaricare il capo della diplomazia di Bruxelles, Josep Borrell, di preparare le misure punitive contro Mosca. La posizione di Berlino è da subito chiara: il governo tedesco "condanna la reazione sproporzionata" di Mosca di fronte alle proteste in Russia, e il ricorso alla violenza. Lo ha detto il portavoce di Angela Merkel Steffen Seibert. Anche l'Italia si è detta pronta a valutare sanzioni individuali. Mentre si moltiplicano le dichiarazioni di condanna dei fatti di Mosca, diventa pubblica la notizia che il 4-6 febbraio Borrell sarà nella capitale russa per incontrare il ministro degli esteri russo Serguei Lavrov.

Per l'Alto rappresentante per la politica estera: "Approfondire i preoccupanti fatti di Mosca è una priorità. Sono state arrestate oltre 3000 persone. Questa ondata di detenzioni è molto preoccupante, così come tutto quello che accade attorno a Navalnyj. È cruciale per la nostra agenda."

L'Unione europea è di nuovo alle prese con un'emergenza proveniente dal suo fianco Est.

Approfondire i preoccupanti fatti di Mosca è una priorità. Sono state arrestate oltre 3000 persone. Questa ondata di detenzioni è molto preoccupante
Josep Borrell
Alto rappresentante per la politica estera UE

I ministri cercheranno di capire cosa rappresenta la crisi legata a Navalnyj sul piano politico, sia dal punto di vista dei diritti umani che della strategia russa di ogni singolo stato membro.

Se saranno sanzioni, insomma, bisognerà valutarne la portata, come nella precedente questione ucraina, e nei turbolenti rapporti con la Turchia di Erdogan.

Intanto in Russia continua la battaglia tra il Cremlino e l'oppositore

Il 31 gennaio alle 12. In tutte le città della Russia. Per la libertà di Navalnyj. Per la libertà di tutti. Per la giustizia. Tutti i dettagli più tardi". Lo ha scritto su Twitter Leonid Volkov, coordinatore delle sedi regionali del fondo anti-corruzione di Navalnyj annunciando un nuovo appello a scendere in piazza il 31 gennaio a mezzogiorno. L'oppositore non si arrende, dunque, e non si lascia intimorire dalla repressione.

Parallelamente la battaglia delle relazioni internazionali si gioca su più fronti. Oltre a quello europeo, c'è il fronte americano. Il Cremlino ha infatti additato i colossi americani del big tech colpevoli di avere diffuso fake news. "Le reti di social media e le piattaforme di hosting video hanno diffuso notizie false. Ci stiamo già occupando di questi problemi e rimarremo concentrati su di essi per quanto riguarda la nostra interazione con gli americani e le attività all'interno delle organizzazioni internazionali", ha detto la portavoce del ministero degli esteri, Anna Zakharova.

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