Trump: Pence si oppone al 25° emendamento, Dem pronti a procedere con l'impeachment

Trump: Pence si oppone al 25° emendamento, Dem pronti a procedere con l'impeachment
Diritti d'autore Evan Vucci/Copyright 2021 The Associated Press. All rights reserved
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L'accusa nei confronti del presidente Usa è di "incitamento all'insurrezione" per le violenze del 6 gennaio al Campidoglio di Washington

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Prima uscita pubblica per Donald Trump a quasi una settimana dalle violenze di Capitol Hill. Il presidente degli Stati Unti è riapparso ad Alamo, in Texas, per celebrare il completamento di un tratto del muro con il Messico.

"La libertà di parola è sotto assalto come mai prima - ha detto Trump, usando toni poco concilianti -. Per me il rischio sul 25esimo emendamento è pari a zero, ma avrà delle ripercussioni su Joe Biden e la sua amministrazione. Come si dice in questi casi, stai attento a quello che desideri. Il nuovo tentativo di impeachment è la continuazione della più grande e feroce caccia alle streghe della storia del nostro Paese. E sta causando una tremenda rabbia, divisione e dolore".

Nelle stesse ore, alla Camera, i democratici hanno provato ad ottenere la rimozione di Trump con un voto sul 25esimo emendamento, che prevede che il vicepresidente - in questo caso Mike Pence - prenda i poteri di Comandante in capo nel caso il presidente muoia, si dimetta o sia rimosso dal suo incarico per incapacità manifesta o malattia. Ma proprio mentre era in corso il dibattito il Pence ha fatto sapere, attraverso una lettere inviata alla speaker Nancy, di non avere intenzione di farvi ricorso: "Non è nell'interesse del paese o in linea con la Costituzione", ha scritto Pence.

Il dibattito è andato avanti comunque e la proposta dei Dem è passata con 223 voti a favore, anche se dopo il secco no di Pence ha un valore puramente simbolico. Così ora i democratici si preparano ad avviare una nuova procedura di impeachment: l'accusa per Trump è di "incitamento all'insurrezione" per le violenze al Campidoglio, in seguito alle quali sono state arrestate e incriminate con varie accuse decine di persone.

McConnell pronto al "tradimento"?

Trump è sempre più isolato, anche all'interno del suo stesso partito, l'elenco dei repubblicani pronti a votare contro di lui si allunga con il passare delle ore. Tra questi ci sono John Katko di New York e Liz Cheney, figlia dell'ex vicepresidente Dick Cheney e terza nella gerarchia repubblicana alla Camera. Cheney ha usato parole dure contro Trump, accusato di aver "acceso il fiammifero" delle proteste.

Ma le indiscrezioni più clamorose riguardano Mitch McConnell, leader dei repubblicani in Senato e per anni alleato del presidente. Stando ai media americani McConnell sarebbe furioso con Trump per le proteste in Congresso e lo riterrebbe responsabile di offese da impeachment. McConnell - riporta il New York Times - vedrebbe la messa in stato di accusa come la strada maestra per "liberare" il partito da Trump.

Nelle ultime ore il senatore repubblicano avrebbe avuto contatti anche con Joe Biden. Il presidente eletto gli avrebbe chiesto se riteneva che il Senato potesse in parallelo occuparsi della conferma delle sue nomine e dell'impechament. McConnell gli ha assicurato una risposta al più presto.

Sicurezza rafforzata a Washington

Michael Sherwin, procuratore generale di Washington Dc, ha rivelato che "sedizione" e "cospirazione" sono due tra le principali accuse da cui difendersi alcuni dei sostenitori del presidente per le violenze di Capitol Hill. Reati per cui rischiano condanne fino a vent'anni. Sherwin ha fatto riferimento all’apertura di "centinaia" di fascicoli sui fatti di Capitol Hill

Nel frattempo, in vista della di insediamento di Biden, la sicurezza nella capitale è stata rafforzata con il dispiegamento della Guardia Nazionale. Il 20 gennaio saranno 15mila gli agenti in servizio. Il timore è di nuove proteste violente: più di una decina di gruppi, alcuni dei quali armati, hanno già annunciato l'intenzione di manifestare

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