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Il Natale della solidarietà delle associazioni umanitarie

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Come in passato, e ancora con più determinazione, le associazioni umanitarie all'opera in tutta Europa per aiutare i più vulnerabili

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Cena sociale in Santa Maria in Trastevere, a Roma. È quella che la Comunità di Sant'Egidio dal 1982 organizza ogni anno a Natale, invitando decine di rifugiati, poveri e senzatetto Stavolta la pandemia ha impedito di bandire le grandi tavolate, rednendo possibile solo la distribuzione di un cestino.

"L'importante è che siamo stati insieme. Questa è la cosa importante. Non ho più nessuno della mia famiglia", dice una donna. "Posso dire che abbiamo capito che dobbiamo stare insieme, anche se dobbiamo mantenere le distanze, anche se è un periodo molto difficile, ma è ancora più difficile per quelle persone che sono più vulnerabili di noi, che sono più bisognose", dice Mahmoud Al-Dhair, rifugiato siriano e volontario nella Comunità.

A Mosca arriva "Padre Frost"

Volontari russi in costume da "Padre Frost", versione locale di Babbo Natale, si sono calati dal tetto di un ospedale pediatrico di Mosca per augurare buone feste ai piccoli pazienti. Un programma di attività varato dall'amministrazione locale in cinque ospedali della capitale russa prevede decine di spettacoli e 6000 regali per i bambini.

"Mi auguro che i nostri pazienti, i loro figli e i loro genitori si mantengano in salute nel prossimo anno. Spero che presto potremo dimenticare le cose peggiori che sono successe quest'anno. E vi auguro che i vostri sogni diventino realtà".

Plexiglass e videochat

In Spagna, infine, i settanta residenti di una casa di riposo nel nord del paese festeggiano separati dal plexiglass o aiutati dalle videochat. Più di 20.000 persone sono morte nelle case di cura spagnole durante i primi tre mesi della pandemia di coronavirus e le infezioni sono nuovamente aumentate in autunno, nonostante le precauzioni supplementari.

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