Entrambi erano coinvolti nel caso delle interferenze russe nel voto del 2016
Famigliari e fedelissimi sono i destinatari dell'ondata di grazie presidenziali firmate nelle ultime ore da Donald Trump. Nell'ultima lista di 26 nomi, che si aggiungono ad altri 15 ieri, figura quello di Paul Manafort, direttore della campagna elettorale del 2016, condannato a sette anni e mezzo per frode fiscale e bancaria nell'inchiesta sul Russiagate.
Il secondo nome che fa discutere è quello di Roger Stone, ex consigliere di Trump, anche lui coinvolto nell'indagine che ha accertato ingrenze russe nella campagna vinta dal presidente in carica.
Stone, lobbista e stratega politico di lungo corso, è ritenuto colpevole di falsa testimonianza, ostacolo alla giustizia, false dichiarazioni e di aver fatto da tramite tra il comitato elettorale di Trump, gli hacker russi e Wikileaks.
Vicenda da sempre definita una montatura da Trump, che ha graziato anche il Charles Kushner, padre di suo genero Jared.