Caso Navalny, "veleno nelle mutande"

Alexey Navalny
Alexey Navalny Diritti d'autore Pavel Golovkin/Copyright 2018 The Associated Press. All rights reserved.
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Di Euronews Agenzie:  Ansa
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L'oppositore russo chiama un agente fingendosi un alto funzionario e ottiene informazioni interessanti

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I servizi segreti russi avrebbero avvelenato Navalny mettendo il Novichok negli indumenti intimi. Questo è quanto sostiente l'oppositore russo che ha registrato una telefonata con un agente fingendosi un alto funzionario russo. La registrazione è stata fornita a Bellingcat e Cnn dallo stesso Navalny. L'oppositore russo, che si trova ancora in una località segreta in Germania, avrebbe camuffato il suo numero facendolo sembrare come proveniente dal centro dei servizi segreti russi (Fsb).

Pochi giorni fa il sito d'inchiesta aveva rivelato nomi e foto degli agenti che hanno seguito l'oppositore russo. Nella conferenza stampa di fine anno Putin ha bollato queste rivelazioni come fake news, diffuse dall'intelligence americana:

Non è un'inchiesta, sono materiali forniti dall'Fbi. I nostri servizi segreti lo sanno bene. Ciò significa che il paziente di Berlino è sostenuto dall'intelligence degli Stati Uniti. Ecco perché veniva pedinato. Ma non significa che l'abbiano avvelenato, a chi importa di lui?
Vladimir Putin
presidente russo

Lo stesso Navalny, prima della conferenza, aveva messo le mani avanti e aveva detto di essersi già organizzato "con i popcorn": "Sul tentativo di omicidio organizzato contro di me per ordine suo tacerà oppure mentirà sfacciatamente", ha scritto sul suo blog.

Veleno nell'acqua?

In un primo momento i collaboratori avevano diffuso le immagini delle bottigliette d'acqua trovate in albergo: si pensava che fosse stato quello il mezzo per avvelenare Navalny.

Un medico militare a capo dell'operazione

Sarebbe un medico militare specializzato in sostanze tossiche belliche il presunto capo del gruppo dei servizi segreti russi (Fsb) che avrebbe seguito l'oppositore Aleksey Navalny, avvelenato a fine agosto a Tomsk: lo sostiene la testata online Meduza. Avrebbe lavorato nel centro di ricerca scientifica numero 33 del ministero della Difesa a Shikany, nella regione di Saratov, accanto all'istituto di chimica organica dove si suppone che sia stato sintetizzato per la prima volta il Novichok, la neurotossina con la quale presumibilmente è stato avvelenato Navalny.

Risorse addizionali per questo articolo • Bellingcat

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