Trump vs. Biden: strategie divergenti in materia di politica estera

Trump e Biden in campagna elettorale
Trump e Biden in campagna elettorale Diritti d'autore AP Photo
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Da Pyongyang a Gerusalemme, passando per Pechino e Mosca

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America first (l'America prima di tutto). Fin dal primo giorno alla Casa Bianca, Donald Trump ha giurato di mettere gli interessi del suo Paese davanti a tutto. Una posizione che si riflette in alcuni tesi scambi su Twitter con il leader nordcoreano.

Ma, in una mossa che ha stupito il mondo, la retorica bellicosa ha presto ceduto il passo a un riavvicinamento storico. Nel corso della sua presidenza Trump ha incontrato Kim Jong-Un ben tre volte.

"Sto lasciando la Corea del Sud dopo un meraviglioso incontro con il presidente Kim Jong-Un. Ho messo un piede in Corea del Nord, una dichiarazione importante per tutti e un grande onore!", aveva cinguettato trump il 30 giugno 2019.

E' improbabile che Joe Biden possa continuare in questa direzione. Le parole spese dal candidato dem nei confronti del dittatore nordcoreano sono state tutt'altro che gentili.

"Penso che il nostro rapporto con la Corea del Nord e la penisola coreana evolverà in modo molto diverso rispetto al passato", diceva Trump in uno degli incontri con Kim. "Entrambi vogliamo fare qualcosa e abbiamo sviluppato un legame molto speciale".

La guerra commerciale con Pechino

Sotto Trump le relazioni degli Stati Uniti con la Cina hanno toccato il livello più basso degli ultimi decenni, soprattutto nel contesto di una controversia commerciale. Il dito puntato dal tycoon nei confronti di Pechino, in merito alla pandemia ha inoltre acuito le tensioni, congelando le trattative commerciali.

Biden dice che continuerà a fare pressione sulla Cina, ma attraverso un approccio multilaterale, coinvolgendo gli alleati statunitensi.

"Trump si è opposto a sanzionare il governo cinese per le sue atroci violazioni dei diritti umani, al fine di proteggere il suo accordo di libero scambio e servire i suoi interessi personali", si legge in un tweet del democratico dello scorso 22 giugno.

"Dove Trump è stato debole, io sarò forte, chiaro e coerente nel difendere i valori dell'America e il suo popolo".

L'asse Washington-Mosca

Ma la differenza più grande tra i due candidati è forse più evidente quando si parla di Russia. Trump è sembrato a volte riluttante a criticare il presidente Putin, anche quando i servizi segreti statunitensi conclusero che il Cremlino interferì nelle elezioni del 2016.

Biden ha dichiarato che avrebbe preso una linea molto più dura con Mosca. "Io sono andato a muso duro con Putin", ha detto l'ex vicepresidente di Obama. "E gli ho fatto capire che noi non cediamo. Lui, invece, è il cagnolino di Putin".

Le (eventuali) sfide di Biden

Ma sembra improbabile che il democratico possa fare marcia indietro su uno dei pilastri della presidenza Trump, in politica estera: il trasferimento dell'ambasciata americana in Israele da Tel Aviv a Gerusalemme.

Biden vorrebbe comunque cercare di ricucire con gli alleati degli Stati Uniti, molti dei quali sono stati pesantemente criticati dal suo avversario.

Per l'elettore americano medio le relazioni estere sono raramente una priorità elettorale, a maggior ragione ora, con una crisi economica e sanitaria senza precedenti da gestire in patria.

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