Divide l'opinione pubblica lo sbarco a tappe forzate della giudice ultraconservatrice voluta da Trump alla Corte Suprema
La nomina di Amy Coney Barrett alla Corte Suprema spacca gli Stati Uniti. Da una parte i democratici, che criticano la nomina ratificata in Senato alla vigilia delle presidenziali. Dall'altra i repubblicani, che rivendicano la scelta proprio in funzione dell'impatto politico che la nomina può generare.
Marsha Blackburn, senatrice repubblicana: "I democratici sono frustrati perché la giudice Barrett non sottomette le sue idee all'agenda stabilita dalle donne; la sinistra pensa che una donna debba farlo per poter venire riconosciuta come realizzata e pienamente femminile".
Patty Murray, senatrice democratica: "Non dovremmo votare su una nomina a vita mentre il popolo statunitense è nel bel mezzo di una elezione presidenziale che ci dirà quale futuro vuole questo Paese. (...) E invece di lavorare con i Democratici per dare seriamente una mano, come chiedono le nostre comunità, i Repubblicani si rifiutano di fare altro che insediare una giudice contraria al sistema sanitario pubblico, nella Corte Suprema".
Oltre alla politica e alle istituzioni, la giudice Barrett divide anche l'opinione pubblica: alcuni vedono in lei una paladina del fondamentalismo, altri giudicano la sua nomina una scelta troppo politicizzata. "È ora di cancellare l'aborto, è un omicidio, l'aborto è un omicidio. Dobbiamo liberarcene subito", dice un ragazzo. "Trovo che sia un peccato, non tanto perché non condivida la sua politica, ma perché il processo della nomina è stato molto politicizzato, e questo danneggia la credibilità della Cortre Suprema", aggiunga un altro.
Amy Coney Barrett, madre di sette figli, é la terza nomina alla Corte Suprema decisa da Trump. Prima di lui solo Rnald Reagan era riuscito in questa impresa.