Parte con il botto l'offerta sui mercati per il fondo europeo SURE: record di richieste

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Di Diego Malcangi
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La più imponente emissione di debito sovranazionale europeo della storia ha raccolto ordinativi da record: parte suscitando l'entusiasmo degli investitori il primo dei programmi di debito europeo, il fondo SURE studiato per lottare contro l'impatto sul lavoro della crisi generata dal Covid

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È la più imponente transazione finanziaria sovranazionale della storia, ed è il primo passo dell'Europa nel quadro del programma SURE, studiato per aiutare gli Stati membri a far fronte all'impatto della crisi-Covid sul lavoro, in particolare per la spesa legata al massiccio ricorso alla cassa integrazione. 

Sul mercato sono stati immessi titoli del debito europeo per un controvalore di 17 miliardi, che hanno avuto un riscontro da record, con una domanda intorno ai 150 miliardi già nelle prime ore. 

Questo ha portato a un calo dei rendimenti, e quindi a una minor spesa a carico degli Stati membri: Il bond Sure Social a 10 anni, che era stato offerto a sei punti base al di sopra del tasso medio per titoli analoghi di pari scadenza, cioè il cosiddetto Midswap, è sceso a tre, mentre per la scadenza a 20 anni il rendimento è sceso da 17 a 14, sempre sul Midswap.

Alla chiusura dell'operazione, gli ordinativi in eccesso ammontavano a 233 miliardi di €, di cui 145 sul titolo a dieci anni e 88 sulla scadenza a vent'anni. La transazione è stata prezzata ufficialmente a fine pomeriggio: il bond a 10 anni a base 0,0000% a 102,396%, mentre quello a vent'anni paga una cedola dello 0,1% ed ha un prezzo di emissione al 99,390%, con uno spread di 36,7 punti base sul Bund ordinario per i dieci anni, e di 52,1 punti base sul ventennale. 

Il riferimento al titolo tedesco, che è allo 0% per il decennale e e al 4,75% per il ventennale, rientra nel quadro classico dei parametri comparativi del debito sui mercati internazionali. 

Doppio il record: l'emissione di debito per 17 miliardi di euro è la più imponente della storia da parte di un'istituzione sovranazionale, e i 233 miliardi di euro rappresentano il record di ordinativi mai raccolti nella storia delle emissioni sul mercato dei capitali del debito per fondi sovrani, agenzie ed enti sovranazionali. 

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Il Commissario europeo al Bilancio, Johannes HahnEC - Audiovisual Service

Soddisfazione per l'esito dell'operazione da parte della Commissione europea: "È la più imponente transazione sociale della storia e circa il 63% delle due tranche è stato allocato a investitori ESG*. Questo accordo ha anche significativamente contribuito a incrementare la dimensione del mercato dei bond sociali, che prima della transazione dell'UE si attestava sui 50 miliardi di euro. 578 investitori hanno preso parte alla tranche del debito decennale e 514 in quella ventennale", ha commentato Johannes Hahn, Commissario europeo al Bilancio e all'Amministrazione. 

*ESG: Environmental, Social and Governance, cioè ambiente, sociale e governance. Altrimenti detto "investimento sostenibile"

Se si guarda alla distribuzione geografica degli investitori, è notevole la partecipazione britannica, intorno al 20% sul titolo decennale e al 16% su quello ventennale. Per quello decennale si registra poi un 17% dalla Germania, il 15% dal Benelux  e il 12% dalla Francia, mentre l'Europa meridionale nel suo complesso si ferma al 7%. L'investimento extra-europeo (Asia, Americhe, Africa e Medio Oriente) raggiunge il 16%.   Si tratta quindi di debito essenzialmente venduto in Europa. Lo stesso vale per il titolo ventennale, in cui la presenza europea si riduce al 4% e quella dell'Europa meridionale si allarga un po', al 10%. Un quarto di questa tranche è stato venduto in Germania, e un quinto in Francia. 

Guardando alla distribuzione per tipologia, invece, si trovano fondi d'investimento al 41% e al 46% rispettivamente per il titolo decennale e ventennale, banche centrali al 37% per il decennale e al 13% per il ventennale, tesorerie bancarie al 15% decennale e al 25% ventennale, assicurazioni e fondi pensione 6% decennale e 13% ventennale, mentre le banche private sono presenti per l'1% sul decennale e per il 3% sul ventennale. 

Del coordinamento dell'operazione sono state incaricate sei banche: Barclays, BNP Paribas, Deutsche Bank, Nomura e UniCredit.

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