Nagorno-Karabakh: ancora un passo falso, violato il cessate il fuoco

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L'accordo era stato raggiunto su pressione del ministro degli Esteri russi Sergey Lavrov. Nuova violazione, si combatte ancora tra Armenia e Azerbaigian

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Ancora una violazione del cessate il fuoco tra Azerbaigian e Armenia. A denunciare gli attacchi, su twitter, è l'addetta stampa del ministro della Difesa armeno, Shushan Stepanyan, che sul social network ha anche dato le coordinate delle aggressioni: granate di artiglieria sparate a nord tra la mezzanotte e le 2 e 45, razzi lanciati a sud dalle 2.20 alle 2.45.
L'aggiornamento è affidato ai media su Internet.

Nel tweet: "L'AF azerbaigiana ha ancora una volta violato gravemente il nuovo cessate il fuoco umanitario. Alle 07:20, dopo un fuoco d'artiglieria attivo, il nemico ha lanciato un attacco in direzione di S. (Khudaferin Reservoir) per occupare posizioni favorevoli. Ci sono vittime e feriti da entrambi i lati".

Doveva essere tregua umanitaria a partire dalla mezzanotte di sabato, si è dunque sparato ancora. Il rimpallo di accuse per l'inosservanza della tregua negoziata con la mediazione della Russia è continuo. A Mosca sul tavolo delle trattative c'è l'adozione di un meccanismo di controllo del cessate il fuoco. 

L'annuncio e poi l'immediata violazione della tregua

Azerbaigian e Armenia hanno annunciato un nuovo cessate il fuoco in vigore dalla mezzanotte di sabato. Un nuovo tentativo dopo le ripetute violazioni della tregua stipulata domenica scorsa. Dietro la nuova intesa ci sono le pressioni del ministro degli esteri russo Sergey Lavrov, che nel pomeriggio ha sentito telefonicamente i suoi omologhi a Baku e Erevan.

13 morti a Ganja

Intanto ci sarebbero anche due bambini nel bilancio dei 13 morti e 52 feriti a Ganja, dopo che un missile armeno ha colpito la seconda città più popolosa dell’Azerbaigian. A quasi un mese dalla ripresa del conflitto nel Nagorno-Karabakh cresce il numero delle vittime. Le autorità azere accusano il governo armeno di aver colpito una zona residenziale. Il governo armeno sostiene che nell’area ci sono «legittimi obiettivi militari», mentre il ministero della difesa ha negato di aver lanciato un attacco e accusa Baku di bombardare aree popolate all’interno del Nagorno-Karabakh, inclusa Stepanakert, la maggiore città della regione che gli azerbaigiani chiamano Kanhkendi.

La propaganda degli opposti schieramenti

In un discorso televisivo alla nazione, il presidente dell'Azerbaigian, Ilham Aliyev, ha denunciato l'attacco missilistico come un crimine di guerra ed ha avvertito l'Armenia ritenendola responsabile. "Devono e saranno ritenuti responsabili di questo crimine. Risponderemo sul campo di battaglia", ha detto Aliyev.

Il primo ministro armeno Nikol Pashinyan ha parlato ai riservisti dell'esercito prima della loro partenza per il fronte in Nagorno-Karabakh. Nella sua arringa ha invitato tutti a non permettere che il nemico "calpesti la nostra patria".

I danni a Stepanakert / Kanhkendi

Vetri rotti, strade con crateri e un fori negli edifici mostrano parte delle conseguenze dei pesanti bombardamenti azerbaigiani notturni sulla città di Stepanakert / Kanhkendi. Le campane della chiesa della Santa Croce nella capitale armena Yerevan suonano a sostegno dell'esercito armeno che combatte nella regione separatista.

In seguito alla richiesta del capo della Chiesa armena, Karekin II, le chiese armene suoneranno per dieci minuti ogni mezzogiorno "fino alla vittoria".

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