Guerra in Nagorno Karabakh: cosa succede sul fronte azero

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Il conflitto nella regione secessionista del Nagorno Karabakh. Nessuna tregua, missile su Ganja

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Poco meno di 2 settimane fa l'esercito azero aveva annunciato la liberazione della città strategica di Jabrayil dall'occupazione armena.
Da allora gli scontri si sono inaspriti nel territorio della repubblica secessionista del Nagorno Karabakh. A Stepanakart i razzi sparati da parte azera sono caduti ovunque, sulle abitazioni civili e sulle principali arterie della principale città della regione.
Il cessate il fuoco, scattato successivamente, il 10 ottobre scorso, non ha retto.

Dal fronte azero, per Euronews, Emin Ibrahimov è testimone dei preparativi di guerra: "Siamo a Jabrayil, abbiamo fatto molta strada, siamo arrivati poco prima dell'alba. Lungo il percorso abbiamo visto molti carri armati, militari e armi. L'Azerbaijan si sta sicuramente preparando per qualcosa".

Il colonnello Elshad Abilov, a capo dell'unità di Jabrayil, dichiara che la guerra continua: "Certo, ogni battaglia è dura - dice - ci sono perdite, ma i soldati azeri, gli ufficiali che hanno avuto ragione del nemico sognavano di riprendersi la loro patria. Nessuno può ostacolare il nostro esercito. I soldati continueranno a combattere finché non riavremo le nostre terre".

Non c'è dunque tregua nel conflitto tra Armenia e Azerbaijan. Il bilancio delle vittime civili cresce: almeno 12 persone sono morte e altre 40 sono rimaste ferite dopo il lancio di un missile che ha colpito Ganja, la seconda città dell'Azerbaigian. Lo riferisce l'ufficio del Procuratore generale del Paese.

Nel tweet: "La mattina lungo la linea del fronte tra #NagornoKarabakh e #Azerbaijan è iniziata con i bombardamenti, come riportato da entrambe le parti (vedi sotto la mappa). (1, 2)".

Il missile, lanciato nelle prime ore del mattino su Ganja ha colpito diversi edifici in una zona residenziale della città di 300mila abitanti, aggravando le ostilità armate tra l'Azerbaijan e le forze separatiste armene del Nagorno Karabakh.

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